Vangelo 30.08.2022 (Lc 4, 31-37)

Poi scese a Cafarnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava
alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva
autorità. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio
impuro; cominciò a gridare forte Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei
venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».Gesù gli ordinò
severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo
alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da
timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda
con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua
fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.
|||
COMMENTO.
“Poi scese a Cafarnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava
alla gente”. In Luca Gesù ‘scende’ per insegnare (anche le beatitudini) e
per operare, mentre sale per pregare. In genere non si dice cosa insegna, è
Lui stesso ciò che vive e opera insegnamento, è Parola che “comanda con
autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno”. Chiaro, dice
anche delle parole, ma escono dalla Vita e allora sono operanti. La prima
opera: un esorcismo, una liberazione dal male, un ridare libertà e vita di
relazione bella con tutto e tutti. “C’era un uomo che era posseduto da
spirito impuro…Taci. Esci da lui.” Tutto il Vangelo, tutta la Vita di
Gesù è stata un esorcismo e anche oggi continua. C’è davvero il divisore
(diavolo), ciò che ci divide dalla Parola, dalla verità, dal Padre, dai
fratelli, da noi stessi, dalla creazione, ci mette gli uni contro gli altri
e ci facciamo guerra fredda o calda, sempre è guerra, distruzione, morte.
Basta guardarci attorno, ascoltare i mezzi di comunicazione
superficialmente. Basta vedere le nostre relazioni in comunità, in
famiglia, nelle associazioni civili o religiose … E se entriamo in questa
spirale, il male ci tiene legati con catene, ci fa sentire in colpa, ci
dice: ‘tu non puoi fare altro che così, sei colpevole, paga!’. E così
arriviamo a identificarci con il male, con un Dio che castiga, che salva
solo a prezzo di meriti e dirmi o dirci: ‘Siamo fatti così, non ci possiamo
far niente.’ E possiamo arrivare a preferirne il male a qualsiasi bene
possibile. “E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da
lui, senza fargli alcun male”. Siamo nella sinagoga, nel luogo sacro. Due
cose: quell’uomo quasi sicuramente andava al culto e alla parola e
continuava con il suo spirito immondo tranquillamente. Possiamo
frequentare tutti i luoghi sacri, cattolici, buddisti, mussulmani, o fare
tutti i pellegrinaggi a Santiago o … La Mecca …. senza mai cambiare
davvero, senza ascoltare la Parola che libera, che fa oltrepassare il
male. Ricordiamoci: siamo figli della Parola che ascoltiamo e c’è ascolto
e ascolto o meglio non ascolto. Normalmente ascoltiamo con dei pregiudizi
inconsci (o anche no), interpretiamo l’altro con filtri di risentimento,
di scontro, di non fiducia e allora vediamo tutto oscuro. Mentre se
ascoltiamo con cuore libero, aperti alla novità, a scoprire nell’altro,
negli altri il buono che ancora non vediamo, a cogliere che prima di tutto
sono io a dover cambiare, allora tutti saranno presi da meraviglia.
Anch’io!