Vangelo 29.09.2024 (Mc 9, 38-43.45.47-48)

In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che
scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci
seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che
faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non
è contro di noi è per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere
d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non
perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che
credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una
macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di
scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola,
anziché con le due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile». […]
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COMMENTO.
C’è l’Io personale e c’è l’Io di gruppo, del noi che è tentato
costantemente di essere più grande degli altri, di appropriarsi della
verità, di escludere l’altro. Non è difficile rendersene conto anche dai
discorsi che
facciamo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e
volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Non segue noi, la nostra
famiglia, il nostro gruppo o comunità, la nostra etnia o
Nazione o religione, quindi ciò che fa non è bene. Sottolineare ‘mio’,
‘nostro’ in modo forte è privatizzare o ridurre il sangue umano alla
propria famiglia o gruppo o religione, è mettere l ‘appartenenza al gruppo
prima del bene di tutti, la mia idea prima della ricerca sincera della
verità a cui tutti contribuiscono. Tutti rischiamo, spesso senza rendercene
veramente conto, di affermare a parole e con il nostro comportamento che il
nostro cammino è l’unico, il vero; il nostro gruppo, la nostra fraternità
va difesa dall’ingerenza di altri, da proposte che non sono nostre. O può
succedere che in parrocchia quelli della caritas o del consiglio pastorale
si sentono i custodi del bene di tutti, loro i migliori nel fare il bene e
si creano divisioni, non collaborazioni. E poi scatta l’invidia, non
esclusi i preti, anzi, perchè altri riescono là dove noi abbiamo fallito o
non riusciamo (gli apostoli non avevano potuto guarire l’indemoniato). Così
in campo sociale e politico. Gesù: “Chi non è contro di noi è per noi”.
Stupendo Gesù. Non mette steccati, non mette limiti, anzi invita a fare il
bene che può ridursi a volte a un bicchiere d’acqua. E’ di Dio, è dei
nostri chiunque emana bontà, energie d’amore, gioia, anche con un semplice
sincero ‘E’ cosa buona che tu esisti’. E molti oggi, credenti e non
credenti, agnostici, lo dicono impegnandosi per il bene comune, avendo a
cuore la cura del creato, la solidarietà tra gli umani, molti capaci di
creatività nel generare occasioni di vita, di cammini di relazione
fraterna, di tutti nella stessa barca o casa comune. Guai allora a “Chi
scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me”, perché
chiunque sa dare anche solo un bicchiere d’acqua , chiunque opera per il
bene comune ha fede nella Vita e nessuna appartenenza di ‘bandiera’
prevalga su questa bandiera di fraternità umana, universale. Parole forti,
dure osa pronunciare
Gesù nei riguardi di chi per ambizione, per stupida convinzione di avere la
verità in tasca o di essere migliore dell’altro scandalizza, contrasta,
separa questi ‘piccoli ‘, sia chi riceve, sia chi dona il bicchiere d’acqua.