Vangelo 29.06.2023 (Mt 16,13-19)
ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?».
14Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia
o qualcuno dei profeti». 15Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?».
16Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17E
Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né
sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. 18E io a te
dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le
potenze degli inferi non prevarranno su di essa. 19A te darò le chiavi del
regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli,
e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». 20Allora
ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
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COMMENTO.
“Gesù, giunto nella regione di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi
discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?» Siamo al nord
della Galilea, lontano da Gerusalemme, dai farisei, dalle dispute, dalla
folla. Gesù dialoga con i suoi discepoli in clima di grande amicizia, di
familiarità. Incomincia da lontano con una domanda che coinvolge tutti,
coinvolge la ‘gente’. “Cosa dice la gente?” E la risposta è tutta sul
passato (Giovanni Battista, Elia, Geremia), come se il figlio dell’Uomo
debba ritornare al passato, portare avanti il passato. Ma a Lui interessa
una risposta personale e attuale. «Ma voi, chi dite che io sia?» Chi è
questo figlio dell’Uomo che Io sono? Per voi che mi seguite da almeno due
anni, chi sono, che cosa sono? Pietro, sempre primo, impulsivo e leale:
Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente. Bella risposta, ma con una
immaginazione non esatta circa ‘il Cristo, Messia’. Finalmente uno che
dice: Tu sei figlio del Dio vivente, Tu sei il Vivente, l’Autore della
vita. E sicuramente lo dice con grande slancio del cuore. In effetti la
fede, ll rapporto con l’Altro, con gli altri sta sopratutto nel segreto del
cuore, che può essere grembo o tomba di relazione.«Beato sei tu, Simone,
figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il
Padre mio che è nei cieli». Figlio di Giona, il profeta ribelle, che non
obbedisce, ma alla fine si converte. Pietro è come Giona, di carattere
sassoso, piuttosto come una pietra. E’ detto Beato, anche perché ha parlato
ispirato dallo Spirito, eppure ha ancora passi da fare. Parlando di Gesù
Messia e chiamandolo ‘il Cristo’ lo intende ancora alla maniera del suo
popolo Israele, il Vincitore, Colui che libera dall’oppressore esterno. Io
a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa. Una
traduzione possibile e aderente all’etimologia delle parole, può essere: Tu
sei pietro, (sasso, mattone) e su questa Pietra (roccia, che sono Io)
edificherò la mia Chiesa. E se possiamo tradurre in questo modo diventa più
chiaro ciò che segue: le porte degli inferi non prevarranno, la morte non
regnerà per sempre, è soggettta al Dio vivente, a Gesù risorto, che conduce
tutti alla Pienezza di vita, di libertà, di gioia. Allora anche la frase
rabbinica ‘legare e sciogliere’, qui detta a Pietro, ma altrove anche ai
discepoli in generale, prende tutta la sua forza di ‘missione’ da compiere
con la vita. E riguarda il Vescovo di Roma, il Papa, tutti i cristiani e ci
coinvolge. Gesù è venuto a servire, non a dominare come nei poteri umani.
E così, al suo seguito, invita a servire, a donare gratuitamente con amore,
a perdonare senza aspettare ricompensa. Dà a Pietro, dà a tutti i
discepoli, cioè a ognuno che anche lo rinnega, come Pietro, ma è leale e
ha la forza dell’umile, le chiavi dei cieli, un potere ‘divino’, cioè di
essere una presenza che ‘scioglie’, trasfigura anche le situazioni più
desolanti, tenebrose, di essere un ‘piccolo sasso’ che sulla Roccia che è
Lui contribuisce all’edificio di un popolo nuovo, di una umanità liberata,
alla costruzione della Cattedrale dell’Universo, la cui pietra angolare è
proprio Cristo-Amore.