Vangelo 28.10.2024 (Lc 6, 12-19)
pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse
dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede
anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo,
Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto
Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il
traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran
folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da
Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che erano venuti per
ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano
tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di
toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.
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COMMENTO.
“Egli se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio.
Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici”. Tutta
una notte in preghiera…Gesù prega tante volte nei Vangeli, per stare con
il Padre, prima di fare la scelta dei dodici, nell’ultima cena, nel
Getsemani, sulla croce…, momenti lunghi e momenti brevi di preghiera (Ti
ringrazio Padre che hai rivelato queste cose ai piccoli) che rivelano Lui
come una preghiera in cammino. Abbiamo fretta a volte nella preghiera,
dedichiamo dei brevissimi momenti, accendiamo una candela davanti a una
statua e via… È un invito per noi a dei tempi anche lunghi per la
preghiera, anche per risvegliarci alla vera nostra identità: che siamo
chiamati ad ‘essere una preghiera in cammino’. “. “Ne scelse dodici, ai
quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome
di Pietro; Andrea…” Dodici per dire continuità con il popolo d’Israele,
una certa continuità con La Prima alleanza. Li chiama Apostoli, cioè
inviati, messaggeri a continuare Lui, la sua buona notizia, a continuare il
suo operare di cura, di guarigione, di dono della vita in amicizia a tutti,
nell’annunciare il messaggio fondamentale, un Dio Padre Suo e dunque Padre
di tutti gli umani, un Dio di misericordia, vicino, che cammina con noi. E
li chiama per nome, personalmente, a stare con Lui per poi inviarli. Ci
voleva la preghiera di tutta una notte perché uomini così diversi di
carattere, di indole, rudi pescatori e raffinato ricercatore-conservatore
come Giovanni, pubblico peccatore come Matteo, probabilmente farisei e
zeloti riuscissero a stare insieme, ‘corpo unico in membra diverse’. E
questo per dirci che la Chiesa è santa e peccatrice, ma è l’esperienza di
comunione più affascinante e sconvolgente che si possa vivere. “Tutta la
folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva
tutti”. L’evangelista Luca cerca di dire qui il mistero di ‘energia’ di
guarigione, di influenza benefica su tutte le persone che emanava dalla
persona di Gesù. C’è un toccarlo nel Creato, nella bellezza di un’alba sul
lago o sul mare, nel Vento, Soffio di Vita; un toccarlo nell’ascolto della
Sua Parola (nella ‘lectio divina’, nell’omelia o condivisione della Parola)
come c’è un toccarlo nei ‘poveri’, nei carcerati, negli affamati di pane e
di amore, nel diverso. E c’è un toccarlo nell’Eucaristia che richiede
fede, fiducia come di bambino. Nel mio cammino come religioso, come prete
mi hanno sempre aiutato persone semplici (madri di famiglia, lavoratori
normali o volontari nel sociale e anche in politica) che hanno toccato e
toccano Gesù realmente con umile fiducia in Lui, ed è solo con loro che
posso emanare (senza clamori e grida al miracolo) sottili energie d’amore,
di pace ovunque passo. Chiamami ancora a te, Gesù, donami di ‘toccarti’;
guariscimi perché possa ancora emanare forza, la tua che salva e dona gioia.