Vangelo 28.06.2022 (Mt 8, 23-27)
seguirono. Ed ecco scatenarsi nel mare una tempesta così violenta che la
barca era ricoperta dalle onde; ed egli dormiva. Allora, accostatisi a lui,
lo svegliarono dicendo: “Salvaci, Signore, siamo perduti!” Ed egli disse
loro: “Perché avete paura, uomini di poca fede?”. Quindi levatosi, sgridò i
venti e il mare e si fece una grande bonaccia. I presenti furono presi da
stupore e dicevano: “Chi è mai costui al quale i venti e il mare
obbediscono?”
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COMMENTO.
Che siamo tutti sulla stessa barca e tutti in balia di tempestose onde
d’un mare comune, ce lo ha ricordato , per chi ha orecchi per ascoltare e
capire, Covid 19 con la sua presenza ovunque, anche se con accenti diversi.
Così è anche per quanto riguarda la Chiesa, barca comune di chi si mette al
seguito di Gesù, quasi sempre in mare in tempesta. Ognuno di noi pure è
una barca, sbattuta sovente da tempeste psico-fisiche-spirituali. In tutte
queste situazioni può succedere di avere la sensazione o di essere convinti
che ‘Egli dormiva’. “Salvaci, Signore, siamo perduti!” Almeno uscisse in
modo sincero questo grido da parte dei ‘seguaci di Gesù’, da parte di chi è
desolato, disperato! Salvaci Signore, è anche un modo per non prendere
decisioni affrettate, per non cambiare la decisione che si era presa in
tempo di calma, ma portarla avanti, stringendo magari i denti ma con cuore
sereno. E’ anche però un modo per non restare legati al passato a tutti i
costi. Salvaci Signore, detto con speranza e fiducia, è un bel modo per
non rimanere nel lamento, per non piangersi addosso e star lì solo a
criticare, a fare pettegolezzi che non raggiungono lo scopo di camminare
come artigiani di pace con tutti, di crescere nell’amicizia più sentita di
tutto il gruppo aperto a tutti. Signore salvaci, mi ricorda una donna
anziana che ha perso il marito poco tempo fa, e mi ha detto: non mi resta
che il Signore. Perché le difficoltà non scompaiono e ci sono spesso?
Davanti alle difficoltà crollano tutte le false fedi; davanti alla morte
non c’è ideologia che tenga. Sono “pellegrino, provvisorio” qui. Allora
può veramente scattare l’affidamento al Signore. San Charles de Foucauld:
“Padre mio mi abbandono a te … una confidenza infinita, perché tu sei il
Padre mio” (Padre mio, Padre di tutti). “Quindi levatosi, sgridò i venti e
il mare e si fece una grande bonaccia.” Se il mio grido a Lui è da un
cuore umile e sincero, il Signore si alza, come nella resurrezione, sgrida
i venti, cioè demonizza, toglie il pungiglione dei mali, della morte
stessa. Posso allora avvertire il Signore come Fratello e Amico dentro le
varie morti e nel passaggio alla pienezza di Vita. Siamo chiamati a
vivere serenamente, tranquillamente questa traversata, questo cammino, la
nostra esistenza terrena. Non a vivere sempre angosciati dall’incubo
della morte, del finire nel nulla. In realtà se viviamo con un briciolo
di fede siamo già andati a fondo con il Signore e siamo già usciti dal
fondo, ma questo non è una volta per tutte, perché la fiducia, la fede
consiste in atti di fiducia, di fede sempre rinnovati. Così come membri
della Chiesa e della Società civile, chiamati a vivere serenamente le
difficoltà, le crisi, le trasformazioni: con coraggio, disposti a
rinnovarci, a morire, occupati, non preoccupati. Confitemini Domino….