Vangelo 28.02.2021 (Mc 9,2-12)
Dopo sei giorni, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò
sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò
davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun
lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia
con Mosè e discorrevano con Gesù. Prendendo allora la parola, Pietro disse
a Gesù: “Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per
te, una per Mosè e una per Elia!” Non sapeva infatti che cosa dire, poiché
erano già stati presi dallo spavento. Poi si formò una nube che li avvolse
nell’ombra e uscì una voce dalla nube: “Questi è il Figlio mio prediletto;
ascoltatelo!” E subito guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non
Gesù solo con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non
raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio
dell’uomo fosse risuscitò dai morti. Ed essi tennero per sé la cosa,
domandandosi però che cosa volesse dire risuscitare dai morti. (Mc
9,2-12)
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COMMENTO.
Un ‘*alto monte’ e un ‘luogo solitario*’ dicono un’esperienza mistica dei
discepoli con Gesù sul Tabor (una collinetta più che un alto monte). Tre
apostoli (i più vicini e allo stesso tempo più refrattari) per dire tutti,
ma in tempi diversi.
‘*Gesù *pr*ese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni’ *L’iniziativa parte da
Gesù e quindi riguarda Lui, il mistero della sua identità, proprio in
questo momento centrale della sua vita. Su di lui ci sono opinioni diverse,
è anche rifiutato, minacciato di morte; i discepoli lo seguono come
Messia, ma un Messia di potere; e lui intraprende decisamente il cammino
che lo porterà al dono totale di se sulla Croce, Messia servo d’Amore,
passaggio verso la pienezza di Vita.
Un’esperienza vissuta dai tre, specchio di quanto succede nella vita di chi
segue Gesù: con momenti di luce che abbaglia, che butta a terra, con
momenti di ‘vedere ‘ interiormente la propria storia, quella della Chiesa
e quella del Cosmo nella sua dimensione più vera: la Resurrezione. E la
Resurrezione non è solo futura, è già oggi. Tu cerchi il Risorto, chi è il
Risorto? È quello che sperimenti nella tua vita, che ha cambiato la tua
vita e l’ha resa simile alla sua, momenti di
trasfigurazione.
*Pietro: ‘Maestro, è bello per noi stare qui’, vederti Messia, ma alla
maniera di Mosè, con la Legge al centro e noi ‘maestri’ con te.* Come al
solito, Pietro non ha ancora capito niente. No, Mosè e Elia parlano con
Gesù, (non con lui), riferiscono a Gesù Cristo; l’A.T. trova compimento
in Gesù. Ora al centro c’è Gesù, il suo Amore folle: una vita di
amicizia, di servizio, una vita ‘risvegliata’, da risorto!!
Le visioni, i momenti di trasfigurazione vanno portati nel quotidiano.
*Poi si formò una nube… e uscì una voce dalla nube: “Questi è il Figlio
mio prediletto; ascoltatelo!”*
E’ ancora così, oggi. Siamo avvolti dalla Nube, da una Presenza che
avvolge nell’ombra della ragione, delle nostre immaginazioni e aspettative.
*’Ascoltatelo*’. Egli parla non solo nella Bibbia, nel Corano, nella
Bagavangita, nei Monasteri buddisti…
Egli parla da Nazareth, da tutti i fiumi Giordano del mondo, in fila con i
peccatori, quando cura i malati, gli schiavi del maligno, quando si
confonde con i ladroni e muore sulla croce, da uomo libero, vittima dei
poteri umani, ma come figlio d’un Padre Misericordioso.
‘Egli parla oggi dalla Nube di una Natura o Creato ferita/o a morte dal
nostro vivere consumistico, con la violenza di ricchi che sfacciatamente
si fanno beffe degli altri, dei poveri; parla delle periferie del Cosmo,
delle città dove il grido dei poveri, dei sofferenti è più forte; parla
ancora dalla Nube (Presenza avvolta nel mistero) degli scartati dai poteri,
degli impuri secondo la religione, degli stranieri-immigrati, degli
appestati (nel corpo e nello spirito per la paura) dalla Pandemia….
*“Domandandosi però che cosa volesse dire risuscitare dai morti”. *E la
domanda si fa preghiera*:*
Spirito, donaci di vivere oggi con Gesù un momento di trasfigurazione e
fare memoria di altri momenti, per ascoltarLo = seguirLo, cioè guardare
senza giudicare, per operare, amare come Lui ha amato. (fratel Tommaso)