Vangelo 27.07.2023 (Mt 13, 10-17)
Egli rispose. Perché a voi è dato di conoscere il mistero del Regno dei
cieli. Ma a loro non è dato. 12A chi ha infatti sarà dato e sovrabbonderà.
E a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. 13 Per questo parlo loro in
parabole perché pur vedendo non vedano, pur udendo non odano e non
comprendano, 14e così si adempie per loro la profezia di Isaia che dice:
Voi udrete, ma non comprenderete, guarderete ma non vedrete, 15 perché il
cuore di questo popolo si è indurito. sono diventati duri di orecchi e
hanno chiuso gli occhi per non vedere con gli occhi, non sentire con gli
orecchi e non intendere con il cuore e convertirsi così che io li risani.
16 Ora, beati i vostri occhi che vedono, le vostre orecchie che sentono. 17
Amen, vi dico, molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi
vedete e non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate e non l’udirono.
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COMMENTO.
“Perché parli loro in parabole?” Rileggo tutto il testo, medito, cerco di
lasciar parlare il cuore e intuire in silenzio il regalo (il messaggio)
avvolto negli strati di carta (parole della parabola) che lo avvolgono. In
effetti siamo dentro una Storia che si racconta in parabola, cioè come a
due livelli; uno più esterno, più attivo, l’altro più interno e oltre, non
appariscente ma reale più del primo. “Perché a voi è dato di conoscere il
mistero del Regno dei cieli. Ma a loro non è dato”. Frase sibillina.
Intanto chi sono quei ‘voi’ e ‘loro’, da non contrapporre, come invece
abitualmente facciamo in sistema di dualismo, di scontro. “Molti profeti e
giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete e non lo videro, e
ascoltare ciò che voi ascoltate…” Quel ‘voi’ sono coloro che vedono e
ascoltano; il discepolo è uno che vede e ascolta e non una volta per tutte,
ma in cammino, quindi in rinnovato vedere con gli occhi del cuore e
ascoltare con l’orecchio nel cuore. Quando manca questo invece di essere
‘voi’ si diventa uno dei ‘loro’. In effetti ‘loro’ sono quelli che non
vogliono vedere e ascoltare. “Sono diventati duri di orecchi e hanno
chiuso gli occhi per non vedere con gli occhi, non sentire con gli orecchi
e non intendere con il cuore e convertirsi così che io li risani.” Il vero
udire e il vedere bene udire passa attraverso il cuore. La parabola è un
modo rispettoso che ha il Signore per parlarci, per raggiungere il cuore.
Allora può succedere che riconosco la mia sordità e cecità, che riconosco
che ciò che ascolto e vedo immediatamente è solo un immagine o figura di
una realtà interiore e oltre , che ascoltare ciò che l’orecchio non
intende e vedere ciò che l’occhio immediatamente non vede raggiunge il
cuore e posso iniziare a liberalo da tante cose che lo appesantiscono.
“Ora, beati i vostri occhi che vedono, le vostre orecchie che sentono”. Il
discepolo è uno che vede con occhi nuovi, con lo sguardo del maestro, con
lo stesso sguardo di Gesù. Noi in genere vediamo che tutto va storto, che
prevale sempre il male, e davvero facciamo tanto male perché agiamo secondo
le nostre paure, in particolare quella della morte. Ci sia dato di
‘vedere’ con occhi veri non con quelli della paura, con gli occhi di un
cuore umile e dolce, di ‘credere’ (gli occhi della fede) che siamo figli
amati infinitamente e fratelli e destinati alla pienezza di vita.