Vangelo 27.02.2023 (Mt 25, 31-46)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «31 Quando il Figlio dell’uomo
verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della
sua gloria. 32 Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli
separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre,
33 e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. 34 Allora il
re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre
mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del
mondo, 35 perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e
mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, 36nudo e mi avete
vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a
trovarmi”. 37 Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti
abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti
abbiamo dato da bere? 38 Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo
accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? 39 Quando mai ti abbiamo visto malato
o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. 40 E il re risponderà loro: “In
verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei
fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. 41 Poi dirà anche a quelli che
saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno,
preparato per il diavolo e per i suoi angeli, 42 perché ho avuto fame e non
mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, 43
ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e
in carcere e non mi avete visitato”. 44 Anch’essi allora risponderanno:
“Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o
malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. 45 Allora egli risponderà
loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di
questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. 46E se ne andranno: questi al
supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
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COMMENTO.
“Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli… Signore, quando ti
abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare…”. Michelangelo ha
dipinto questa scena nella Cappella Sistina con il tono di un giudizio
finale. Ma, guardato a fondo, il dipinto ci riporta alla domanda
fondamentale che tutti, da qualsiasi luogo e situazione si trovino, sono
obbligati a farsi: “Quando mai ti abbiamo visto?” Gesù risponde in ogni
caso: Ogni volta che l’avete fatto ad uno di questi piccoli l’avete fatto a
me. È un vedere toccando, condividendo, conoscere nel più piccolo fra tutti
il Signore. Quindi il brano non accentua il giudizio finale ma è un
richiamo perché noi oggi riconosciamo nel più piccolo fra tutti, il Signore
che si è fatto piccolo con i piccoli, crocifisso con i crocifissi. Questo è
il centro della fede cristiana e della prassi del cristiano. È proprio
questo Figlio dell’Uomo che cammina amando, che attraversa la storia nelle
baraccopoli, nelle vittime di guerre, nei prigionieri, proprio Luì viene ad
incontrarci. “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno
solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me.” È qui e ora il tempo
delle scelte cioè qui e ora respiriamo pace, pur nella lotta e sofferenza,
oppure ‘supplizio’ cioè divisione interiore e con gli altri, infelicità,
paure di tutti i tipi, ed è inferno. “Quello che sarà non lo so, mi diceva
Luisa che fa volontariato alla Caritas, e credo alla Vita che oltrepassa la
morte, ma non vado alla Caritas per guadagnarmi quel paradiso, ma se faccio
con tenerezza, con affetto sincero il servizio ai poveri avverto che nel
‘luogo’ di Dio sto dalla parte della Vita, della fraternità bella con
tutti, della Gioia del cuore. Sono convinta che la sentenza non la scrive
Dio alla fine, la scriviamo noi, ora, nel presente, con ciò che facciamo
verso l’ultimo, verso gli affamati, gli scartati, i disperati dal sistema”.
Qui è rovesciato il mondo con i suoi valori di una società ricca per pochi,
individualistica spersonalizzante. Se si vuole davvero evolvere in una
società più egualitaria fraterne, se con Dio vogliamo separare ciò che è
male da ciò che è bene, in politica come nella Chiesa c’è da partire dai
poveri, da fare il loro bene. Umanità in crisi nera, tutto un sistema da
cambiare? Il giudizio avviene ora! C’è una via stretta ma maestra per
tutti: Rivolgere lo sguardo, l’attenzione affettuosa ai poveri cristi di
oggi; abbassare decisamente il nostro livello di vita così che il loro si
solleva un po’. Allora ci incontriamo e sperimenteremo che non siamo noi
che aiutiamo i poveri, i poveri aiutano noi; condividendo con tenerezza con
il povero salvo me stesso, perché il povero è terreno sacro, per un
cristiano il povero è Cristo.