Vangelo 26.10.2024 (Lc 13, 1-9)

In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli il fatto di quei
Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei
loro sacrifici. 2 Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei
Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale
sorte? 3No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso
modo. 4 O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Siloe e
le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di
Gerusalemme? 5 No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo
stesso modo». 6 Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un
albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò.
7 Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare
frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve
sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora
quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime.
Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».
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COMMENTO.
«Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per
aver subìto tale sorte? » Quante domande a Lui al seguito di questa
domanda fata a noi! ‘Cosa ho fatto di male per meritarmi questo? Dio è
Buono e Misericordioso, perché allora tanta sofferenza, tante catastrofi
naturali? Che colpa hanno i morti nelle macerie dei terremoti, i morti
(spesso bambini e le persone più buone) nei vari focolai di guerre, in
incidenti sul lavoro? Gesù in altra occasione, quella del cieco nato, -chi
ha peccato, lui o i suoi genitori?- precisa: Né lui, né i suoi
genitori….è per la gloria di Dio! Stupenda e sconcertante risposta. A
Dio, credo, non interessa contare i peccati, cercare a tutti i costi di chi
è la colpa, sicuramente non sua. Non è lui che ha fatto cadere le torri
gemelle, che istiga agli attentati terroristici, che vuole le tante guerre
in atto, in particolare quella tra Russia e Ucraina, fonte di tante
morti, di sofferenze enormi di innocenti. Tante ragioni che causano
disastri naturali e morti vanno cercate nella irresponsabilità e
cattiveria degli umani. Ecco allora: “No, io vi dico, ma se non vi
convertite, perirete tutti allo stesso modo.” E’ il Figlio di un Padre
Misericordioso che pronuncia quel ‘Io vi dico’, che crea sempre vita, la
rinnova più che con le parole con il suo vissuto, operando il bene, curando
i feriti, ridonando soffio vitale a chi si trascina come morto, che muore
lui d’Amore e allora nella morte vien fuori la vita. Nel come Gesù ha
vissuto, nel suo morire in Croce per amore al Padre e a tutti i suoi
fratelli e sorelle in umanità c’è la risposta, sempre mistero di fede. Un
mistero che ci chiama a riorientare la vita e ad amare con più decisione
come ha fatto Gesù. Nella società e nella chiesa di oggi quanto bisogno di
conversione: nelle relazioni, nella politica, nell’economia, nella
ecologia. C’è da rimettere Dio al centro, cioè rimettere il fratello, ogni
altro umano chiunque sia, buono o meno buono, come primo da amare, da
lasciarmi perdonare e perdonare. Siamo come l’albero di fico, non stiamo
portando frutti, anzi ne portiamo di cattivi. Scoraggiarci, indurire il
cuore? Il punto è di rimanere sempre aperti alla conversione “Padrone,
lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il
concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire.” Oserei chiedere il dono
di fidarci della Pazienza di Dio, meno dei nostri propositi (che fanno
ridere Dio), la Pazienza di un Amore che, se accolto e riconosciuto,
rinnova il cuore, da pietra a cuore di carne.