Vangelo 25.05.2021 (Mc 10,28-31)
In quel tempo, Pietro disse a Gesù: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti
abbiamo seguito”. Gesù gli rispose: “In verità vi dico: non c’è nessuno che
abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a
causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte
tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a
persecuzioni, e nel futuro la vita eterna. E molti dei primi saranno ultimi
e gli ultimi i primi”.
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COMMENTO.
*Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito*”. Ha proprio
lasciato tutto? E la barca di Simone di chi è? Hanno lasciato tutto gli
altri apostoli? E la lotta per il posto alla destra e alla sinistra …? Ma
si sono messi in cammino e hanno un desiderio vero di seguirlo. E ora sono
abitati da domande: Che tipo di vita ci aspetta nel seguirti? Che valore
hanno i beni materiali secondo la Tua Buona Notizia, secondo le
Beatitudini? *”In verità vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o
fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa
del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto in case e
fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel
futuro la vita eterna.”* *Siamo fratelli e sorelle di sangue familiare,
siamo fratelli e sorelle di ‘sangue divino’ in umanità, siamo e diventiamo
in pienezza fratelli e sorelle a motivo del Vangelo di Gesù, a motivo di un
vivere in cui il primato è dato alla relazione fraterna, all’amicizia vera
in cui non c’è amore più grande che donare la vita per gli amici. Chiunque
fa questo, non importa di quale religione sia, credente o no, a causa del
Vangelo di Gesù, che è venuto e viene fra di noi affinché possiamo amarci e
amare come Lui ci ha amati che non riceva già al presente cento volte tanto
in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi. Lasciare tutto, non
vuol dire disprezzare i beni, tutto è stato fatto buono alla radice;
lasciare tutto non è solo un gesto iniziale. E’ piuttosto un cammino, un
itinerario del cuore, un ‘come’ utilizzo i beni sia materiali, sia i doni
che ho. O li metto veramente a servizio, li dono e allora sì che si
moltiplicano, oppure sono schiavo dei beni credendo di possederli. Donare,
condividere con cuore puro moltiplica i beni, allarga la famiglia, la
comunità. L’amico Paolo vive da tre anni con la moglie Barbara e 4
splendidi figli e con altre due famiglie in un grande cascinale a Lodi. Mi
disse una sera, seduti nella grande (60×4) sala-cucina-angolo giochi per i
bambini: abbiamo messo insieme i nostri beni, i soldi, fondando una
associazione; nessuno è proprietario, abbiamo lo scopo di star bene insieme
così da poter aiutare altri a star bene . La nostra ricchezza è proprio la
relazione fraterna e di amicizia tra noi e con tutti. I beni si sono
moltiplicati: invece di una saletta e cucina di appartamento, questa grande
sala, spazio vitale per i bambini; c’è nel territorio dell’associazione una
scuola materna nel bosco, c’è un orto sociale gestito da una cooperativa,
c’è un giovane senegalese con una sua stanzetta; siamo come un grande
famiglia, allargata. E’ più facile una vita così? Meno problemi? Non è più
facile, non è senza difficoltà, ma si avverte gioia vera. Un pericolo
grande è di non entrare in questo stile di vita completamente, di rimanere
a metà, né caldo né freddo’ e poi andarsene come il giovane ricco. Donaci
di non spaventarci, di non avere rallentamenti, di non dubitare di un
vivere così aperto e impegnativo con gli altri, ma allo stesso tempo di
credere con la vita che ne vale la gioia. (fr. Tom)*