Vangelo 24.06.2023 (Mt 10,26-33)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «26Non abbiate paura degli
uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto
che non sarà conosciuto. 27Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo
nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle
terrazze. 28E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non
hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha
il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. 29Due passeri
non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra
senza il volere del Padre vostro. 30Perfino i capelli del vostro capo sono
tutti contati. 31Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti
passeri!32Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo
riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; 33chi invece mi
rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio
che è nei cieli».
|||
COMMENTO.
“Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà
svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Come dire: Nulla va perduto,
nessuna lacrima, nessuna desolazione, nessuna bella riconoscenza… Anzi
nessun passero vola invano, ogni capello del nostro capo viene contato e ha
il suo senso nel regno di Dio. In altre parole: Non abbiate paura del
giudizio degli uomini che amano l’apparenza, quelli che vincono, che
dominano, che sono superbi e amano giudicare e condannare i ‘deboli’, gli
umili, i miti, gli artigiani di pace. E mi ricordo la vergogna a volte,
da giovane seminarista, ma anche dopo, di mostrarmi semplicemente
cristiano, e la paura di reagire a certe ingiustizie, di perdere la stima
dei superiori, la paura di ‘perdere il posto’ o anche addirittura essere
eliminato fisicamente… Fondamentalmente di fronte a diminuzioni, in
cammini di abbassamento, di mettersi da parte, dl lasciar pieno spazio agli
altri e io diminuire ci sta l’eterna paura della morte, cioè di essere
dimenticato, di scomparire nel buio del nulla. “ Due passeri non si vendono
forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il
volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti
contati.” E’ il primo importante aspetto della fede in Gesù Cristo per un
cristiano, in Dio (Spirito, Bene…) per tutti. La mia amica monaca
clarissa lo esprime così: ’Siamo abbracciati dal Bene che supera ogni
nostra comprensione, e non sappiamo neppure come chiamarlo…questa
piccola parola Bene (per un Cristiano: Gesù Cristo), è solo un riflesso
del torrente della Vita che nel suo scorrere porta via ogni male, lo getta
negli abissi della Misericordia che fa nuove tutte le cose’. “ Perciò
chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti
al Padre mio che è nei cieli”. Riconoscere vuol dire di conoscerlo, di
testimoniarlo. Come discepolo di Gesù lo riconosco, lo testimonio nella
vita quotidiana. E’ bene ricordare allora l’altra parola di Gesù, sempre in
Matteo: ‘Ogni cosa che avete fatto a uno dei più piccoli di questi miei
fratelli, l’avete fatto a me’. Il Signore lo riconosciamo sempre dagli
ultimi e negli ultimi. Il fine della nostra vita, la realizzazione della
nostra vita in quanto figli, che è la nostra essenza, consiste nel
riconoscere i fratelli e riconoscere nei fratelli Gesù Cristo, il Signore.
E’ lì, nella carne dei fratelli, dei poveri, dei diversi, degli ultimi,
degli immigrati, che si gioca la testimonianza. Una testimonianza che può
richiedere anche il dono della vita fisica nella persecuzione, il dono del
martirio. E quando non lo testimoniamo, lo rinneghiamo, che succede?. Non
può presentarci immediatamente al Padre, ma rimane fedele al dono della
salvezza, della Vita, del Per-Dono. L’ultima Sua parola è Fedeltà al Bene,
alla Misericordia, che non elimina la nostra responsabilità nel cammino di
sceglier il bene e fuggire il male. E questo come risposta d’amore
all’amore che ci circonda e ci invade.