Vangelo 23.07.2024 (Gv 15, 1-8)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il
Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto,
lo-taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più
frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se
stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io
sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto
frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene
gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel
fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi,
chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il
Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.
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COMMENTO.
“Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore.” Il cosmo è
realmente una vigna con il suo Agricoltore, una Vite unica e tanti tralci
. Soprattutto con l’apertura di Francesco papa (Evagelii Gaudium, Laudato
sì, Fratelli tutti) a ritornare e leggere il Vangelo per incontrare il
Cristo nel Creato, sulla terra sacra che è il quotidiano dei giorni in ogni
fratello e sorella in umanità, nel Silenzio del cuore dove lo Spirito
abita, ho preso coscienza che quando Gesù dice ‘Io sono la Vera Vite , il
Padre mio è il vignaiolo (coltivatore)’ parla in metafora, ma allo stesso
tempo afferma un mistero-verità enorme; metafora e rapporto del Vignaiolo
con la vigna (cosmo) e di noi con la Vite (G: Cristo) nella vigna (tutto
il Creato), non sono realtà separate, bensì una sola in forme differenti.
Gesù, che è insieme Figlio di Dio e Figlio dell’uomo, è Lui che ama
totalmente gli uomini come Dio, è Lui che ama totalmente Dio come uomo, Lui
il Cristo cosmico, Spirito del Padre-Amore, la Vite e noi (le creature
tutte, gli umani, gli spiriti…) i tralci. Tutto in questa vigna è
interconnesso: agricoltore, la vite, i tralci sono in un cammino di
‘artigianato di fraternità’, ognuno in connessione sempre con gli altri.
“Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo-taglia, e ogni tralcio che
porta frutto, lo pota perché porti più frutto”. Porta frutto chi ama, chi
sa amare. Così è la nostra costituzione di tralci, fatti per donare e
saper accogliere. Così dovrebbe essere ogni famiglia, comunità religiosa e
civile…Se non è così siamo rami secchi e allora meglio essere bruciati e
diventare cenere subito. In effetti il ciclo di vita continua anche
attraverso il fuoco o la morte. E il ramo che porta frutto ha bisogno di
essere ‘purificato’ ( il verbo greco è meglio tradotto con ‘purificato’ che
non ‘potato’) per portare frutti migliori. Ed è il Padre che purifica,
affidarsi a lui val meglio che affidarsi a noi stessi incapaci di vedere
dove passa il vero bene. “Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto
. Si può anche parafrasare così: Chi rimane nell’umano vero che Io (Gesù
Cristo)-sono, chi rimane nel divino che Io-sono, chi rimane nell’Amore che
Io-Sono, porta il frutto di ‘tutti una cosa sola nell’armonia delle
differenze.’ Rimanere in Lui ha due sentieri che sono l’unica
strada. Uno è l’aver cura del divino che è in noi con la preghiera, la
meditazione in varie forme, il Silenzio. Aver cura del divino che è
negli altri, nel Creato, nell’Universo in cui tutto e tutti sono fratelli
e sorelle. Questa cura comporta la promozione della dignità e dei diritti
della persona, la ricerca del bene comune mediante la solidarietà, la
condivisione, la misericordia. Spirito, Soffio di Vita, Consolatore,
Difensore , salva l’umano e il divino che è in me, donami di aver cura
dell’umano e divino che è in ogni altro, nel Cosmo e così rimanere nella
Vite, portare molto frutto: Pace e gioia nell’Universo.