Vangelo 21.09.2024 (Mt 9,9-13)

In quel tempo, Gesù, passando, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al
banco delle imposte e gli disse «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e
peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli. Vedendo ciò, i
farisei dicevano ai suoi discepoli: «Perché il vostro maestro mangia
insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù li udì e disse: «Non sono i
sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate dunque e imparate
che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non
sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».
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COMMENTO
“Gesù, passando, vide un uomo”. La strada è il luogo più naturale degli
incontri e dell’azione di Gesù. “Levi, seduto al banco delle imposte e gli
disse «Seguimi». Chiama, un impuro, uno che tocca denaro dei dominatori,
che riscuote tasse e certamente ruba. “Ed egli si alzò e lo seguì.”
Colpisce quel immediato alzarsi e seguire. Lo sguardo di Gesù deve averlo
colpito in profondità e scavato nei desideri più profondi del suo cuore…
È sovente da uno sguardo che si viene chiamati; lo sguardo, il vedere è il
luogo di relazione più intenso, più creativo che abbiamo. C’è da essere in
collegamento, mediante la meditazione, il silenzio, con il ‘sogno’ che
portiamo dentro, i desideri più profondi (non quelli superficiali e
egoistici) per non perdere lo sguardo e la chiamata del ‘Dominus
transeunte’, del Signore che passa e chiama’ (S. Agostino). Può succedere
che la prima sensazione che abbiamo quando ci sentiamo chiamati a
cambiamento o quando avvertiamo una chiamata a un servizio pastorale o
sociale, sia di dirci: non è per me. Io non sono degno, non ne sono capace,
e poi quante cose da lasciare!!!? Un simile atteggiamento è,
inconsciamente, ancora superbia e disconoscenza del Vangelo, di Gesù.
“Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?”
Non è tanto il peccatore che può seguire il Signore, ma è proprio il
Signore Gesù a cercare il peccatore, la peccatrice, anche il ricco. (Gesù è
Dio con e per tutti), perché è Lui la terapia, la via, la vita. Va a casa
del fariseo, perduto nella sua ricchezza che fa morire. ma entrano anche
pubblicani, prostitute, cioè gli ultimi gli impuri (!!!) e mangiano con
Lui. “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati”
Insopportabile per i ‘bravi’ ebrei come per i ‘bravi’ cristiani…o di
qualsiasi religione: un maestro che mangia con gli impuri, i fuorilegge?!!
Dove sono io? Vivacchio, anzi muoio di religione o sono ‘affascinati dallo
sguardo di Gesù, perdonato nella sua Misericordia’. “Non sono venuto a
chiamare i giusti, ma i peccatori”. È Dio che viene a noi, non noi che
andiamo a Dio. È la mia debolezza, la mia miseria che attira la
Misericordia di Dio, non i miei valori. Luigi, medico in pensione, ha
avvertito molte volte il passaggio e la chiamata di Gesù e, avendo qualche
volta esitato ad alzarsi subito e seguirlo, ora testimonia con la vita, con
la parola il saper riconoscere la tristezza che ci abita e da dove viene, e
così essere attenti all’Amico-Signore che passa e chiama a seguirlo per
essere pronti, come Levi, come Maria a dire: Sì, eccomi, io vengo. Chiudo
gli occhi della testa e apro gli occhi del cuore: Mi abbandono a Te.