Vangelo 21.03.2022 (Lc 4, 21-30)
avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati
delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è
costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi
citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito
che accadde a Cafarnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse:
«In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria.
Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di
Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande
carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a
una vedova a Sarepta di Sidone. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo
del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naaman, il
Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno.
Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul
ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù.
Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
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COMMENTO
‘Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di
Grazia che uscivano dalla sua bocca’? Forse miglior traduzione sarebbe:
Tutti erano come ‘scandalizzati’ (contrari, secondo il senso della parola
greca) dalle parole di Grazia. Il profeta è colui che dall’esperienza che
fa di Dio annuncia novità, modi nuovi di incontrare Dio, di relazionarsi
con gli altri, con tutti. Quelle parole di Grazia in Gesù sono quelle che
annunciano novità per gli ebrei di allora. Si tratta d‘un amore universale
di Dio, nessuno escluso, tutti raggiunti dal suo Amore. E questo i ‘suoi’
concittadini non potevano sopportarlo perché usciva fuori da ogni schema
loro, schema di leggi, di norme, di tradizione e guai a chi osa il nuovo.
Per questo lo sfidano, lo tentano: fai miracoli come hai fatto a Cafarnao
(terra quasi pagana) dimostra chi sei, qui nella tua patria, fa vedere che
il Tuo Dio è onnipotente , liberatore d’Israele dai nemici. E Gesù
rincara la dose, non inganna e sentenzia qualcosa che vale per tutti e per
sempre: “Nessun profeta è ben accetto nella sua Patria”. E già annuncia
quello che avverrà di lui: persecuzione e morte nella sua Patria Israele,
e non è un caso unico. Tutta la storia biblica e anche non biblica mostra
che i profeti di umanità, di fraternità universale, di un Dio Amore e
misericordia che protegge il povero e la vedova, che accoglie i disperati,
passano nella prova della persecuzione. E’ storia universale, storia
umana, i profeti sono perseguitati proprio a ‘casa’, proprio in famiglia,
dai cristiani se è un cristiano, dai mussulmani se mussulmano, da indiani
se è un indiano, da preti se è un prete…. Ci sono tanti esempi anche oggi,
non ultimo la persecuzione a Francesco, Vescovo di Roma da parte di tanti
cardinali e laici, politici o altri che si credono e si dicono ‘cristiani
veri’. Attenti ai cristiani buoni, giusti, veri!! “C’erano molte vedove in
Israele…… c’erano molti lebbrosi”, ma a quelli di fuori, agli
stranieri, ai ‘lontani’, agli esclusi sono mandati i profeti. E’
soprattutto verso questi è la missione dei profeti di vera umanità, del
Regno dei cieli , regno di coloro che amano la giustizia, che annunciano
cambiamento di vita, che si donano, che servono con amore gratuito e per
questo sono perseguitati, non riconosciuti. “Allora lo condussero sul
ciglio del monte per gettarlo giù”. Gesù è profeta, ma soprattutto amico,
profeta che ci tiene a essere fratello, a donare Amore. Puoi buttar giù il
profeta, il maestro… ma non l’Amore. Ecco perché è scritto: passando in
mezzo a loro, si mise in cammino. E’ sempre nei momenti di persecuzione che
nasce un nuovo cammino, nuova vita. Non viviamo per essere profeti,
viviamo per essere veri amici dei piccoli, dei poveri, di tutti.