Vangelo 19.10.2021 (Lc 12, 35-38)
5Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; 36siate
simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in
modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. 37Beati quei servi che
il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si
stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a
servirli. 38E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li
troverà così, beati loro!».
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COMMENTO….
I vangeli di questi giorni riprendono con insistenza il tema del servizio,
che risulta essere fondamentale nell’economia della salvezza o del regno
di Dio, del senso dell’Universo e di tutta la storia umana. Si parla di
nozze, anche questo un tema centrale. Per dire il rapporto Dio e Umanità,
Dio e il Cosmo quella delle nozze è tra le immagini bibliche una delle più
belle. Siamo in clima di ‘apocalisse’, di una realtà in cammino verso la
fine, che nella fede è anche un nuovo inizio. Forse è meglio usare il
maschile: la fine diventa un fine, uno scopo, un ‘sogno’ da realizzare
vivendolo già ora. Siamo dentro un’avventura di festa di nozze. Siamo nei
preparativi e allo stesso tempo già festa di nozze. “Siate pronti, con le
vesti strette ai fianchi e le lampade accese”. Così siamo invitati a
vivere questo tempo di passaggio prima della morte. Da svegli, vigilanti,
tempo di servizio, di dono, da vivi, liberi e gioiosi. Anche in questo
tempo di buio e di leggi imposte a causa del Covid, molti fanno delle
scelte richiamandosi alla libertà. E va bene. Ma la vera libertà si situa
su un piano più alto o più profondo. La libertà di un cristiano, di una
persona umana non sta nel dominare, nel fare ciò che torna a proprio conto,
bensì è la libertà di servire, di donare, di amare gratuitamente, di
per-donare. “Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora
svegli. Ecco la rivelazione che Gesù ha annunciato e vissuto in tutta la
sua vita e soprattutto con la morte in croce. Dio, il Padre con viscere di
Madre, non è un tiranno, un Dio onnipotente che domina, che signoreggia con
imposizioni, con leggi da mettere in pratica, altrimenti ti castigo. “In
verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a
tavola e passerà a servirli”. Questo è il Dio di Gesù Cristo, questo Lui
ha vissuto. Dio, un Signore che si mette a servire, Dio un Servitore che
crea ritirandosi, che salva e porta vita donando la propria vita su una
croce. E’ tutto qui. Non noi serviamo Dio, Dio serve noi. Dio è primo
anche nel servizio. Beati quei servi che avranno capito questo. Allora, in
qualunque momento della notte (qui la notte significa il tempo della vita
prima della morte) essi sono al servizio, perché hanno capito che essere
figli-servi non è fare dei servizi, (volontariato, ecc..) ma è la vera
vita. Con Maria domandiamo di vedere la nostra morte come l’incontro con lo
Sposo (non come un ladro che ruba tutto), allora tutta la nostra vita sarà
un servizio di fidanzati, di innamorati e non dei condannati a morte.