Vangelo 16.10.2021 (Lc 12, 8-12)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Chiunque mi riconoscerà
davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli
angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini sarà rinnegato
davanti agli angeli di Dio. Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo gli
sarà perdonato, ma chi bestemmierà lo Spirito Santo non gli sarà perdonato.
Quando vi condurranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle
autorità, non preoccupatevi come discolparvi o che cosa dire; perché lo
Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire”.

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COMMENTO.

Guardarsi dal lievito dei farisei fino alle conseguenze ultime richiede non
solo che tra il dire e il fare non ci sia il mare, ma anche il coraggio e
la pazienza di testimoniare con la vita, di riconoscere di seguire Gesù
Cristo, di essere cristiani. Ci furono dei tempi in cui dire di essere
cristiano dava onore e potere, oggi è quasi il contrario. Riconoscere di
essere cristiano davanti ad altri, in situazioni di minaccia porta spesso
a persecuzione, che non impedisce di provare gioia profonda. Però questo
riconoscere d’essere cristiano non sia un atteggiarsi a migliore degli
altri, neanche di chi mi perseguita, né sia un opporsi ad altri, ma mano
tesa di un fratello e amico che indica con tenerezza una via di fraternità,
di pace. E oggi indicare vie di fraternità con tutti, di pace richiede di
non aver paura di uscire dal l’andazzo generale, dall’informazione
dominante e vittima di poteri occulti e non; richiede più che mai di non
vivere nella paura di essere scartato, al limite la paura di morire, ma
vivere con la coscienza di un Bene, di Dio che mi è padre e madre e come
figlio non sarò abbandonato, anche nella persecuzione, dalla gioia di
vivere e generare vita. “Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo gli
sarà perdonato, ma chi bestemmierà lo Spirito Santo non gli sarà
perdonato”. Mi ha sempre messo in difficoltà questa affermazione di Gesù.
Ho conosciuto un prete, abile organizzatore, predicatore sempre un po’
arrabbiato e accusatore, disinvolto con la gente, attaccato ai soldi,
convinto di avere la verità, di essere nel giusto, incapace di conversione,
di cambiare, di rimettersi in cammino, in ricerca. Che ci sia un po’ di
bestemmia contro lo Spirito? “Non preoccupatevi come discolparvi o che
cosa dire”, quando vi accuseranno e porteranno in tribunale. Ecco anche il
preoccuparsi è un po’ bestemmia contro lo Spirito, è mancanza di fiducia
nel Bene, in Dio-Spirito-Amore che mi guida anche nelle più grandi
difficoltà. Occuparsi, ma non preoccuparsi; così in tutto quello che
facciamo, in tutti gli impegni che abbiamo; questo ci fa camminare liberi e
leggeri anche nelle persecuzioni. Non preoccuparsi è operare lasciando
spazio alla Spirito che proprio nella persecuzione, nell’essere scartato
dai poteri, ci fa testimoni, capaci di rispondere con il bene al male, di
benedire anche chi ci perseguita.