Vangelo 15.08.2021 (Lc 1, 39-56)
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in
una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò
Elisabetta. 41Appena
Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo
grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce:
«Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che
cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo
saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio
grembo. 45E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il
Signore le ha detto». Allora Maria disse: L’anima mia magnifica il Signore
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COMMENTO
*In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa,
in una città di Giuda*. A lei, Maria, umile ragazza di Nazareth, paese
sconosciuto della Galilea, viene affidato di generare un bambino normale
eppure eccezionale, un Dio con noi (Emmanuele), uno che porterà la salvezza
(Gesù) a tutto Israele, o anche a tutta l’umanità. Maria è turbata, non
capisce molto ma conserva nel cuore e avverte lo Spirito, la Presenza di
Dio su di lei e si fida. La cugina Elisabetta, anziana, anche lei aspetta
un bambino. La giovanissima Maria affronta il pericolo di un viaggio
attraverso la Samaria, verso la montagna per confidare e condividere
piccole ‘grandi cose’, per accompagnare e servire la cugina verso il parto.
Ma il viaggio di Maria è anche un viaggio all’interiore di sé stessa per
capire meglio ciò a cui è chiamata. Ciò che ha nella mente e nel cuore.
Probabilmente ciò che era accaduto con l’arca dell’Alleanza, con la Torah e
i dieci comandamenti … E il suo sguardo si fa piú lontano, oltre Nazareth
da dove lei è partita, oltre Aim Karim, la cittadina di Elisabetta, oltre
la Samaria, verso la Gerusalemme celeste … *Entrata nella casa di
Zaccaria, salutò Elisabetta … udito il saluto, il bambino esultò nel suo
seno*. Incomincia la danza, la danza della vita. Con i bambini che
sussultano nel seno e nascono per opera dello Spirito, sappiamo che ciò che
è divino è anche veramente umano. *Esclamò a gran voce: Benedetta tu fra
le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! *Una benedizione che
continua la benedizione di Dio nella Creazione: Dio li benedisse (Gen
1,28). Una benedizione da imparare, da adottare nei nostri incontri con
ogni altra persona, o almeno da portare dentro e diffonderla verso tutte le
creature. Qui a Betania l’abbiamo tradotta in: *E’ cosa buona che tu
esisti, *benedizione da scambiarci al momento del segno di pace, ma
suggerita in ogni situazione verso ogni altro, chiunque sia, in situazioni
di sofferenza, di felicità, di inizio di cammino. Riconosciamo che ci abita
una Presenza di bene, che ci vuole bene, che genera vita in noi e negli
altri. Si, perché *beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che
il Signore le ha detto.* E’ la prima delle beatitudini evangeliche ed è
detta a Maria, ma in Maria a ogni Creatura umana: sei amata tu, la
graziosa, il Signore è con te non temere, da te verrà fuori un frutto
benedetto, un vero umano che porta vita, che donerà la vita perché si
arrivi a una Fraternità piena fra tutti, in tutto. Maria ha intuito che non
siamo fatti per la morte, ma per la vita. In lei la vita opera in un
quotidiano semplice di nascita, di sofferenze, anche di morte (il Calvario)
e tutto va verso la Vita. Nella festa dell’Assunta chiudiamo gli occhi; in
silenzio profondo possiamo intendere questa benedizione rivolta a ciascuno
di noi, allora canteremo anche noi: Grandi cose ha fatto in me il Forte. E
la mia vita canterà il resto del Magnificat: … dispersione dei superbi,
gloria per gli umili. Sí, proprio in questo tempo di Covid, di pandemia, di
confusione, di morte, sapró avere uno sguardo oltre e dentro, cogliendo i
segni di assunzione e resurrezione che ci sono. (fratel Tommaso)