Vangelo 15.06.2023 (Mt 5, 20-26)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra
giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel
regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”;
chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico:
chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al
giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al
sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se
dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo
fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti
all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a
offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre
sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il
giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico:
non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».
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COMMENTO.
“Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non
entrerete nel regno dei cieli”. Gli scribi (ieri come oggi) sono gli
esperti in religione, nelle leggi e le propongono o impongono agli altri da
applicare alla lettera; i farisei (fariseo=’separato’) credono che la
salvezza stia nella pratica della Legge alla lettera e così si sentono
superiori agli altri. Si può dedurre che tipo di giustizia sbilanciata nel
disegno di un Dio di Misericordia (annunciato già dai profeti Isaia,
Osea…) ne veniva e ne viene fuori più ancora ai nostri giorni. “Avete
inteso che fu detto agli antichi…. Ma io vi dico…” Quel ‘Ma’ non è
contrapposizione, è portare a compimento, è attingere alla Sorgente viva,
allo Spirito-Amore, unica fonte di vera giustizia, di entrata nel regno di
Dio, regno di giustizia, di uguaglianza nella differenza, di fraternità, di
vita eterna nell’Amore. Gesù proclama quel ‘Ma io vi dico’, perché lo
vive, Lui è quel ‘Ma’, soprattutto nel sentirsi amato dal Padre e
ricambiarlo con lo stesso Spirito-Amore . Egli vive di questa figliolanza
d’Amore con il Padre e la vive in fraternità con tutti, perché tutti figli
di Dio. Come discepoli di Gesù siamo immersi nel cammino di figli
dell’unico Padre e dunque fratelli di tutti, un cammino tutto nella luce
dello Spirito-Amore che crea, ricrea, dà vita, dona, per-dona,
risuscita… “Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello,
sarà sottoposto a giudizio”. Non uccidere, dice la legge, e Gesù non
abolisce, ma nell’amore non basta non uccidere, nell’amore non disprezzi
l’altro, non lo annulli dicendo ‘stupido’. Gesù va alla radice del male,
la rivela ma per salvare colui che fa il male. Differenza enorme di vivere
sotto la legge, i comandamenti e vivere invece guidati dall’Amore, di cui
Gesù è il Sole, Sole di giustizia. “Se dunque presenti la tua offerta
sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di
te…” Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei per via
con lui”. Il problema è sempre lo stesso: per via, nel cammino della vita,
l’altro lo percepiamo come avversario, l’altro è rivale, concorrente, mi
pesta i piedi. Come discepoli di Gesù, come figli di un unico Padre di
misericordia, il cammino da fare è rapportarsi all’altro sempre come
fratello. Per cui se ci sono delle cose ingiuste secondo la legge e i
diritti umani, occupiamocene e cerchiamo di fare giustizia, ma in ogni
caso prevalga lo Spirito-Amore, che richiede sempre misericordia fino al
per-dono. Questa è la vera giustizia dettata dall’amore, giustizia che ti
fa fare il primo passo quando l’altro ti ha offeso, che cerca in tutto e
dappertutto il perdono e la riconciliazione (prima di presentarsi davanti
a Dio in Chiesa o preghiera pubblica). Se non prevale questa giustizia
dal colore della Misericordia, del Per-dono (in famiglia, sul lavoro, in
comunità religiosa e sociale) saremo sempre là davanti al giudice umano,
schiavi delle leggi, in prigione.