Vangelo 14.10.2024 (Lc 11, 29-32)

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non
le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu
un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per
questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà
contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne
dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed
ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli
abitanti di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la
condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed
ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
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COMMENTO
“Mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: Questa generazione è
una generazione malvagia” ‘Questa generazione’ è ogni generazione, non una
esclusa, C’è in ogni generazione del buono, ma anche del male, e sempre c’è
ricerca di segni, c’è mancanza di fiducia, più spesso c’è mancanza di
compassione, di misericordia. “Essa cerca un segno, ma non le sarà dato
alcun segno, se non il segno di Giona”. Il segno di Giona con tre giorni
nel ventre della balena, che rimanda alla passione, in particolare alla
morte e sepoltura di Gesù e la resurrezione il terzo giorno. Mistero della
fede, da entrarci con fiducia e meraviglia, come un bambino si butta fra le
braccia della mamma o del papà abbandonandosi completamente a lui. “….
così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.”. Per noi,
per la nostra generazione confusa, che cerca segni nella scienza
(intelligenza artificiale…), e ancora nella magia, in un Dio distributore
di miracoli …il segno vero rimane la realtà di un Dio Misericordioso,
compassionevole che in Gesù, Emmanuele, Dio fra noi, Uno di noi, dona la
sua vita lasciandosi crocifiggere, morendo d’amore per risorgere il terzo
giorno. In silenzio davanti alla Croce e nell’Eucaristia possiamo
accogliere il segno che ci è dato. E non dimentichiamo che, come ebbe a
dire un giorno, s. Giovanni Paolo II, ‘Ogni umano che soffre a causa della
giustizia e nel nome dell’Amore è redentore con Gesù’, è segno dato alla
generazione in cui vive del Dio vero, ed è segno di vita eterna per chi sa
leggerlo. “La regina del Sud….venne dagli estremi confini della terra
per ascoltare la sapienza di Salomone. Ecco qui più di Salomone” Famosa
sapienza di Salomone che non dà giudizio a partire dall’apparenza o da
preferenze, da una posizione di ‘giusto o buono’, ma si basa sull’amore
vero dimostrato dalla mamma che pur di salvare il bambino, rinuncia a lui.
“Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona” È detto del figlio dell’Uomo
Gesù, ma è detto di ogni umano che soffre e muore vittima di poteri, della
violenza umana. Sappiamo leggere questo segno nella nostra generazione che
di crocifissi ne genera tantissimi? C’è da imparare a fare con sincerità e
onestà il segno della croce sul nostro corpo, che indica allora non vado in
cerca di segni o miracoli eclatanti, di Madonne che parlano con
appuntamento, e non mi ritengo arrivato, bravo, migliore di altri. C’è da
farsi il segno di croce per uscire dall’indifferenza, per essere
compassionevoli concretamente verso i crocifissi del nostro sistema
infernale. Non c’è nessuno più difficile da convertire di un credente che è
sicuro di quel che crede, di un Vescovo o prete o laico che ha la verità in
tasca, che non a piangere con chi piange, che non sa riconoscere il
‘figlio dell’uomo’ in ogni sofferente e crocifisso di oggi. Convertimi
Signore Gesù, ed io saprò fare il segno di croce con la vita.