Vangelo 14.09.2022 (Gv 3, 13-17)
Figlio dell’uomo. 14 E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così
bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, 15 perché chiunque crede in
lui abbia la vita eterna.16 Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il
Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia
la vita eterna. 17 Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per
condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».
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COMMENTO.
“Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché
chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.” La fede
cristiana è credere nell’amore incredibile che Dio ha per l’uomo, alla
passione di Dio per l’uomo, per il mondo. Lungo i secoli i cristiani sono
sempre stati invitati ad alzare gli occhi e piegare le ginocchia davanti al
Crocifisso, a Colui che è stato innalzato su una Croce. Questo innalzamento
del Figlio unigenito è un dono di Dio, è un dono d’Amore del Padre al
Figlio e del Figlio al Padre nello Spirito Amore per attirare tutti a Lui,
per la vita eterna (cioè non limitata a un tempo) di chiunque crede. Gesù,
Figlio unigenito, è innalzato sulla croce dall’Amore del Padre e per il
Padre, dall’amore per il mondo nell’Amore-Spirito che abita l’Universo.
Sostare anche a lungo, in silenzio, davanti a un crocifisso in chiesa o in
casa è bene, è salutare. Sostare (accorgersi, saper vedere, meditare …)
sulle croci e sui crocifissi della natura, della storia, sapersi fermare
guardando negli occhi dal basso in alto colui che ti chiede aiuto; saper
scendere dalla macchina del potere (pur restando al proprio posto di
‘ministro’) sia civile che religioso o addirittura militare, e affiancarsi
ai piccoli e servire, curare le ferite, custodire, liberare con tutte le
forze ma con tenerezza ogni sofferente sapendo che, quando busso alla
porta del regno dei cieli (dell’amore e della fraternità universale) è lui
che mi apre la porta, perché lui è il Cristo che salva. “Dio, infatti, non
ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo
sia salvato per mezzo di lui.” Sostando davanti al Crocifisso e ai
crocifissi, in silenzio e non indifferenti, potremo comprendere che in Lui,
per Lui niente di noi e della storia va perduto, nessuna fatica, nessuna
lacrima, nessuna terribile sofferenza, nessun gesto di cura per quanto
piccolo e nascosto. Occhi alzati al Crocifisso e ginocchia piegate, con
amore e per amore, davanti ai crocifissi ci sarà dato di sentire che le
croci nella nostra vita non sono inviate da Dio, ma sorgono dalla vita
stessa, proprio dallo stesso fare il bene e sono opportunità di esprimere
il meglio che c’è in noi, fino ad accoglierle (e questo è vera grazia, vero
miracolo) come dono del Padre.