Vangelo 14.07.2024 (Mc 6, 7-13)

In quel tempo, Gesù chiamò i dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e
diede loro potere sugli spiriti immondi. E ordinò loro che, oltre al
bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né
denaro nella borsa; ma, calzati solo i sandali, non indossassero due
tuniche. E diceva loro: “Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne
andiate da quel luogo. Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi
ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a
testimonianza per loro”. E partiti, predicavano che la gente si
convertisse, scacciavano molti demoni, ungevano di olio molti infermi e li
guarivano.
|||
COMMENTO.
“Gesù chiamò i dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro
potere sugli spiriti immondi”. Da un momento di difficoltà, di crisi, può
avvenire una crescita di prospettiva. Così per Gesù che, minacciato di
morte a Nazareth (Lc 4, 29), ritenuto un demonio dagli Scribi, reagisce con
il chiamare a sé i Dodici e inviarli per la missione. Nel ‘chiamare i
dodici’ riconferma il fatto di avere con Lui un rapporto di profonda
relazione, personale . Il ‘due a due’ sottolinea invece la dimensione di
fraternità o comunitaria, da vivere anche quando ti ritrovi solo come
Parroco o solo come Vescovo, o solo in qualsiasi situazione o ruolo,
ovunque. Così è stato per l’apparente solitario San Charles de Foucauld.
Non ha avuto ‘fratelli’ di congregazione religiosa, ma con lui a Nazareth
presso le Clarisse, o in Algeria fra Arabi e Tuaregs c’era la presenza
spiritualmente reale del suo Padre spirituale (Huvelin), della cugina
Marie, del Vescovo con il quale era in piena comunione e di molti altri
fratelli-amici, inclusi gli abitanti del luogo. Seguire Gesù ha per ogni
discepolo (cristiano) un immediato frutto e impegno a vivere in relazione,
in comunione con l’altro. “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome (di
comunione, di fraternità, di amicizia) io sono in mezzo a loro”. Il
contrario (divisione, muro contro muro, isolamento, come in questo tempo) è
opera del dia-volo, divisore, nella chiesa come nella società civile. Sono
piccole comunità di cristiani, che, vivendo insieme la fatica della
comunione, dell’amicizia, continuano la missione di Gesù, non ong anche ben
organizzate. Sono piccole comunità, piccoli gruppi umani in cui c’è la
fatica di fraternità con la natura e tra tutti che possono cambiare il
sistema, in cui il denaro è l’Idolo per un mondo più umano. Non stupisce
allora quel “ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per
il viaggio…ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche.”. Un
fratello, un bastone e i sandali: nient’altro per il discepolo inviato in
missione. Un fratello, perché lo scopo è la fraternità fra tutti; i sandali
perché si è Pellegrini e un bastone. Il famoso bastone del Pellegrino, il
bastone e vincastro del Pastore, che è Fiducia nel Padre, che è Parola,
Gesù stesso. “Il tuo bastone, il tuo vincastro mi danno sicurezza”. (Salmo
22-23) Il discepolo, inviato a continuare la missione di Gesù, non si
appoggia sull’abbondanza di mezzi, tra cui i media, non è attaccato ai
soldi, non preoccupato di costruire con pietre o mattoni, perché la sua
casa è sia la strada che gli altri. Ancora l’apostolo entra per la sua
missione non tanto nelle Basiliche ma nelle case di tutti, togliendosi i
sandali, cioè con rispetto e non imponendo, bensì offrendo amicizia nel
nome di Gesù, fratello Universale. E se non vi accolgono, non arrabbiatevi,
scuotete via da voi ogni polvere di morte, cioè odio, rancore e continuate
il cammino benedicendo. Con questo spirito, umile e gioioso, camminiamo
sulle strade, al lavoro, giocando, in casa, in chiesa, liberando dal
male, curando i malati con olio di tenerezza, rimettendo in piedi e in
cammino gli azzoppati e stanchi.