Vangelo 14.05.2022 (Gv 15, 9-17)

«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho
osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto
queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho
amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i
propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi
chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma
vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho
fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho
costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga;
perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda.
Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
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COMMENTO.
Ripetizioni nel discorso di Gesù dopo la Cena? Come percorrere un cerchio
e ritornare allo stesso punto? Tutto come prima? Non è mai tutto come
prima. Ripercorriamo accogliendo con fiducia e amorevole attenzione le
parole di Gesù rivolte a me, a noi oggi e domani e poi ancora… “Rimanete
nel mio amore”. Desiderare, voler amare è già amare, diceva Charles d F.
ed è quello che ha vissuto nell’imitazione del Modello Unico, Gesù Amore, e
aggiungeva: i primi atti, i primi effetti dell’Amore sono l’imitazione e la
contemplazione. E questo è un dono da chiedere, importante: cogliere
quanto il Padre ama il Figlio Gesù e quanto Gesù ama tutti noi mentre siamo
impegnati anche noi ad essere figli di un Unico Padre e allora ad amarci
gli uni gli altri. E questo per il fine per cui siamo stati creati: la
gioia! “La mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”. Il
comandamento che Gesù dà ai suoi discepoli e a noi non è nell’ordine
dell’obbligo, del dovere, è piuttosto il ‘tesoro’ nascosto in fondo al
cuore di ognuno e ‘rivelato’ apertamente, è la porta finalmente spalancata
che permette di entrare e abitare in Dio, gli uni negli altri, permette di
sentirci a casa nell’Amore. “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare
la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici.” Siamo fuori dei
ragionamenti, fuori del buon senso, fuori della giustizia e dell’amore
carnale. Ma ci sono persone che si ritirano perché l’amico cresca, mamme e
altri che nella scelta di morte tra i due sanno dare la vita perché
l’altro viva davvero. E sono considerate matte o sante secondo i criteri di
giudizio di ognuno. “Voi siete miei amici, non vi chiamo più servi…” Voi
che ancora inciampate, non mi conoscete bene, voi che ancora mi tradirete,
mi rinnegherete: voi che osate seguirmi nonostante tutto. Si, rimanete in
me, nel mio amore, continuate ad essere miei discepoli per imparare da me
ad amare i fratelli, come io ho amato voi. In questo modo realizzate
l’amore del Padre e la gloria del Padre risplende sulla terra. Anche
stamane nella condivisione del vangelo di ieri ho sentito dire: com’è
difficile vivere da cristiani, com’è difficile amare tutti, e perdonare il
nemico, anche chi ruba i beni ai poveri, chi ammazza con la guerra…
Vivere da umani in pienezza, vivere da cristiani non è rispondere a un
dovere, mettere in pratica delle regole, non sbagliare mai l’obiettivo.
Avere la gioia, vivere portando frutti di bene, vivere pienamente da umani
e cristiani è una chiamata e una risposta d’Amore, è dimorare nell’amore
che Gesù ha per noi. E qual è l’amore che Gesù ha per me? E’ lo stesso
amore che il Padre ha per lui. Quindi vuol dire che la mia dimora, la mia
casa è l’amore che il Padre ha per il Figlio. Lì sto di casa! Non voi avete
scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate
frutto. Per dimorare nell’Amore mio e del Padre questo vi lascio come
testamento: “che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi”.