Vangelo 13.11.2024 (Lc 17, 11-19)
Galilea. 12 Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi,
che si fermarono a distanza 13 e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi
pietà di noi!». 14 Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi
ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. 15 Uno di loro,
vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, 16 e si prostrò
davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. 17 Ma
Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove
sono? 18 Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a
Dio, all’infuori di questo straniero?». 19 E gli disse: «Alzati e va’; la
tua fede ti ha salvato!».
|||
COMMENTO.
“Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la
Galilea”. Un po’ strani i viaggi, gli attraversamenti di regioni della
Palestina da parte di Gesù. Va al Sud, Gerusalemme, e si dirige verso il
Nord attraversando Samaria (Terra infedele, di altra religione) e Galilea
(Terra lontana da Gerusalemme, quasi pagana). “Entrando in un villaggio,
gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero
ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!» Altra stranezza: per
legge i lebbrosi non potevano andare incontro ad altre persone in un
villaggio Ma c’è di più. Siamo anche noi lebbrosi e Gesù attraversa la
nostra Samaria, cioè le nostre infedeltà, la nostra incredulità nella vita
quotidiana (Nazareth è in Galilea). Gesù ci vede nei nostri limiti, ci
incontra nelle nostre ferite e debolezze, piuttosto che in Chiesa o nei
Santuari; quindi andando come al contrario di quella che per noi, per la
religione è la via più diretta verso Gerusalemme, verso la Salvezza. I
lebbrosi sono 10, cioè tutta una comunità, come tutto il male o lebbra del
villaggio che va incontro a Gesù. “Appena li vide, Gesù disse loro:
«Andate a presentarvi ai sacerdoti». Gesù è sempre Lui, uomo di
compassione che passando vede le sofferenze, le malattie, vede e opera
anche solo con la parola. Altra stranezza: siamo in Samaria o in Galilee
manda i 10 lebbrosi al Tempio di Gerusalemme. Si tratta di fare un lungo
cammino e i lebbrosi, con un anticipo di fiducia circa la guarigione,
partono per adempiere la legge. Camminare guarisce, è un detto ormai
diffuso e sperimentato da molti. Camminare guarisce, ma non basta. “Uno di
loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, 16 e si
prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo”. ‘Vedendosi
guarito’, oppure: ‘riconoscendo di essere stato guarito”, si volta (come
Maria di fronte al creduto giardiniere e riconosce il risorto!) e torna
indietro per lodare, adorare, ringraziare. Viviamo in una economia di
commercio, in clima di proprietà, di dominio, di individualismo
sfrenato…Non sappiamo più dire grazie, non riconosciamo che tutto è dono,
anzi tutto ci è dovuto. Ho l’esempio di un giovane amico alcool dipendente:
non lavora più o solo a momenti, dai genitori pretende cibo, soldi,
vestiti…tutto. Anche nella religione c’è molto commercio! Ci hanno
insegnato a fare l’esame di coscienza alla sera. Meglio insegnare ai
ragazzi, ai giovani e adulti prima di addormentarsi a dire Grazie, a
ricordare momenti della giornata in cui siamo stati ‘graziati’, e in genere
sono numerosi. “Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato!” Si, Signore Gesù
che attraversi le mie infedeltà, i miei limiti, insegnami a dire Grazie con
tutto il cuore, grazie della Vita con le sue vicende, di come mi hai fatto,
di volermi bene sempre.