Vangelo 13.07.2024 (Mt 10, 24-33)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Un discepolo non è da più del
maestro, né un servo da più del suo padrone; è sufficiente per il discepolo
essere come il suo maestro e per il servo come il suo padrone. Se hanno
chiamato Beelzebul il padrone di casa, quanto più i suoi familiari! Quello
che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate
all’orecchio predicatelo sui tetti. E non abbiate paura di quelli che
uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; temete
piuttosto colui che ha il potere di far perire e l’anima e il corpo nella
Geenna. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno
di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia. Quanto a voi,
perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque
timore: voi valete più di molti passeri! Chi dunque mi riconoscerà davanti
agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli;
chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti
al Padre mio che è nei cieli”.
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COMMENTO.
“Un discepolo non è da più del maestro, né un servo da più del suo
padrone….” Lui è stato chiamato Beelzebul. Lui, che ha dato la sua vita
per amore, è passato facendo il bene, ha perdonato tutti, viene chiamato:
capo dei demoni! Questo è il giudizio degli uomini; questo capita a chi
segue in verità Gesù. In questa luce oso leggere quanto succede nella
Chiesa oggi: osare chiamare Beelzebul Francesco, Vescovo di Roma, Papa,
proprio da cardinali, da Vescovi, da tanti che amano il potere curiale
e/o politico. E quanti che operano il bene, che lottano per la giustizia
senza violenza, che difendono i diritti umani, delle donne, dei migranti
sono perseguitati, chiamati ‘Diavoli’! “Non li temete dunque, poiché non
c’è nulla di nascosto che non debba esser svelato, e di segreto che non
debba essere manifestato” Gesù ci invita a tener conto dell’opinione di
tutti, a dialogare con tutti, ma a non temere il loro giudizio su di noi,
perché, se ci giudicano, viene da chi ama l’apparenza, , da chi crede di
conoscerci a fondo. Di qui nasce per noi il ‘non giudicate e non sarete
giudicati’. Invitati dunque a non aver paura di mostrarci semplicemente
cristiani, di reagire a certe ingiustizie, di perdere la stima dei
superiori, di ‘perdere il posto’, a non aver paura di essere dimenticati,
di scomparire nel buio del nulla, della morte. ‘Dio vede nel segreto e ti
ricompenserà’. Dio vede le tue lacrime nascoste, i tuoi scoraggiamenti, le
tue visite ai carcerati , il tuo servizio quotidiano alla mamma anziana non
visto da nessuno, la tua elemosina o aiuto concreto dato senza proclamarlo.
Nel Padre di tutti nessun passero vola invano, ogni capello del nostro capo
viene contato e ha il suo senso nel regno di Dio. “ Due passeri non si
vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza
il volere del Padre vostro. ” In una preghiera dal titolo ‘Nel cuore
dell’Universo’ diciamo: ‘….E anche a noi oggi dici: risollevatevi, alzate
il capo, imparate a guardare più lontano e a fondo. Neppure un capello del
vostro capo andrà perduto’. “ Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli
uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli”.
Riconoscere qualcuno è dire di conoscerlo, rimanere in ricerca di
conoscerlo meglio, ed è testimoniarlo. Dove e quando riconosciamo Gesù?
Senza dimenticare altri ambiti, teniamo presente la parola di Gesù, in
Matteo: ‘Ogni cosa che avete fatto a uno dei più piccoli di questi miei
fratelli, l’avete fatto a me’. Il Signore lo riconosciamo sempre dagli
ultimi e negli ultimi. Il fine della nostra vita, la realizzazione della
nostra vita in quanto figli, che è la nostra essenza, consiste nel
riconoscere i fratelli e riconoscere nei fratelli Gesù Cristo, il Signore.
E’ lì, nella carne dei fratelli, dei poveri, dei diversi, degli ultimi,
degli immigrati, che si gioca la testimonianza. Sempre nella preghiera che
citavo prima: Donaci di non essere indifferenti davanti all’orrore, alle
violenze, ma raccogliendo le lacrime , il pianto dei feriti di ogni
violenza, riusciamo a guardare tutto e tutti con il Tuo sguardo che dissipa
il male e salva il malfattore, riusciamo a ‘portare con amore’ in spirito e
verità il dolore e tanta sofferenza di tanti uomini e donne.