Vangelo 12.07.2022 (Mt 11, 20-24)
maggior numero di miracoli, perché non si erano convertite: Guai a te
Corazin, guai a te Betsaida perché se a Tiro e a Sidone fossero stati
compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, già da tempo
avrebbero fatto penitenza avvolte nel cilicio. Ebbene io ve lo dico Tiro e
Sidone nel giorno del giudizio avranno una sorte meno dura della vostra. E
tu Cafarnao sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi sarai
precipitata, perché se in Sodoma fossero avvenuti i miracoli compiuti in
te, ancora oggi essa esisterebbe. Ebbene io vi dico: nel giorno del
giudizio avrà una sorte meno dura della tua
|||
COMMENTO.
I ‘guai a voi’ dell’evangelista, messi in bocca a Gesù, non sono una
minaccia di condanna Sono un bel rimprovero, un avvertimento colorato, una
opportunità di purificare intenzioni, volontà, pensiero, cuore. Meglio
depositarli in fondo al cuore, come Maria che non capiva e custodiva nel
cuore silenziosamente per lasciar emergere la luce, la parola di vita.
“Allora si mise a rimproverare le città nelle quali aveva compiuto il
maggior numero di miracoli, perché non si erano convertite.” I discepoli,
la gente, gli scribi e i farisei comprendono la sua compassione per le
sofferenze di tanti, il suo amore per Dio, chiamato Padre, la previsione
di morire in croce? Hanno capito la grande novità di un Uomo-Dio, di una
bella fraternità con tutti i viventi? Sentono la necessità di convertirsi
ad amare come Lui ama? No, e allora un bel avvertimento, un invito a
conversione. E’ impressionante: nei Vangeli risulta sempre che sono proprio
i ‘più religiosi’ i più duri a convertirsi. I capi, le guide . “Guai a te
Corazin, a te Betsaida …” Un avvertimento minaccioso. Una mamma che
minaccia il figlio lo fa per il suo bene; ciò che fa male non è la
minaccia, ma il male stesso. Le conseguenze del male (situazione di
infelicità) vengono dal male stesso, non è Dio che castiga. E allora
ascolto tutto Gesù che rimprovera ma dice: riconosci d’essere amato dal
Padre misericordioso, renditi conto che non sei nella gioia, anzi sei
all’inferno, ma può esser diverso; vivi dunque non per te stesso, ma per
e con gli altri. Ebbene io vi dico: nel giorno del giudizio avrà una sorte
meno dura della tua. C’è dunque un giudizio. Ma il giudizio di Dio non è
come quello umano. Dio ci ha giudicati in Gesù sulla croce, cioè ci ha
amati con un per-dono, una Misericordia fino a morirne. Quindi: facciamo
il male tanto siamo perdonati? No! Rimane la nostra parte! Riconoscere di
essere figli, riconoscere di essere tutti fratelli in Gesù, figlio del
Padre celeste, è fondamentale per vivere davvero come fratelli di tutti,
per amare come lui ci ha amati. Ci fa bene sentire guai a te quando non
centriamo l’obiettivo di amare, di per-donare, di aver
misericordia. Allora l’avvertimento diventa: Benedetto tu che metti amore
in tutte le cose anche piccole, ‘hai e avrai una sorte meno dura’, anzi una
buona sorte. Infatti niente va perduto, nessun bicchiere d’acqua offerto,
nessuna lacrima, nessun sorriso al passante, nessuna mano tesa al ferito
sulla strada … Grazie Gesù per i ‘guai a te’ Tommaso, come sai dirlo Tu.