Vangelo 12.01.2022 (Mc 1, 40-45b)
diceva: “Se vuoi, puoi guarirmi!” Mosso a compassione, stese la mano, lo
toccò e gli disse: “Lo voglio, guarisci!”. Subito la lebbra scomparve ed
egli guarì. E, ammonendolo severamente, lo rimandò e gli disse: “Guarda di
non dir niente a nessuno, ma va’, presentati al sacerdote, e offri per la
tua purificazione quello che Mosè ha ordinato, a testimonianza per loro”.
Ma quegli, allontanatosi, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al
punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne
stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte.
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COMMENTO.
In questo brano troviamo tante trasgressioni da parte del lebbroso (va dal
Signore, per la legge non può avvicinarsi a nessuno, e poi non ubbidisce al
comando di Gesù), da parte di Gesù (tocca il lebbroso, per la legge non lo
si può toccare). Certo che ci vuole la legge (come la religione), ma se si
sta alla legge come riferimento fondamentale, in qualche modo è divisoria
(dia-bolica) e separa buoni e cattivi, il mio dal tuo. Il Vangelo (Gesù
stesso) invece mette in comunione non giudicando, non condannando bensì
curando e liberando dal male. “Venne a Gesù un lebbroso: lo supplicava in
ginocchio e gli diceva: “Se vuoi, puoi guarirmi”. La lebbra, simbolo di
tutte le malattie che hanno a che fare con la morte, il grande limite. Il
lebbroso trasgredisce la legge, che lo separava dagli altri, e va da Gesù
supplicando guarigione. “Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò…”.
Altra disubbidienza alla legge da parte di Gesù ma per liberare dal male,
dalla divisione e dare al malato la possibilità di relazione, di comunione
con tutti. Trasgredire la legge non è subito un male, perché la legge non è
un assoluto, che invece è l’Amore. C’è un trasgredire che è accettazione
dei propri limiti e allora opera più comunione con gli altri, e c’è
trasgressione dettata dalla paura di perdere qualcosa e diventa
separazione, scontro. Quante lebbre nella vita sociale (Pandemia non
terminata, immigrati sempre in arrivo…), quanti giudizi e esclusioni che
pratichiamo con gli altri, con noi stessi. Escludiamo perché diverso,
perché ci disturba, perché…e ci fa paura. Escludiamo di noi le zone
d’ombra, la morte stessa e viviamo separati in noi. “Gli disse: Lo
voglio, guarisci!”. È bene andare da Gesù, presentarsi a Lui, prendendo
coscienza di noi stessi, dei nostri limiti, presentare i nostri desideri
più profondi, dirgli le nostre paure con fiducia. Sentiremo una voce
interiore dire: Lo voglio, guarisci. “Guarda di non dir niente a nessuno,
ma va’, presentati al sacerdote, offrì…”. Gesù non elimina la legge,
suggerisce di seguirla come testimonianza della guarigione. In più il
lebbroso guarito non può fare a meno di proclamare chi lo ha liberato dalla
sua esclusione e morte sociale e gli ha ridato vita. Che possiamo anche noi
almeno rendere grazie per ogni guarigione. E sono tante.