Vangelo 11.07.2024 (Mt 19, 27-29)
seguito; che cosa dunque ne avremo?». 28 E Gesù disse loro: «In verità io
vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto
sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche
voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. 29 Chiunque avrà
lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi
per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita
eterna».
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COMMENTO.
“Ecco noi abbiamo lasciato tutto e Ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne
avremo?” Probabilmente Pietro è ancora nella linea di beni della stessa
natura o qualità, non sa ancora valutare bene il rapporto tra beni
materiali e i beni dello Spirito, che non sono alternativi ai beni
materiali , ma in dimensione altra, sottile, appunto spirituale. Il
messaggio di vita al seguito di Gesù a riguardo dei beni (materiali e altri
beni, come intelligenza, sensibilità…) trova realizzazione concreta nella
vita e nelle regola di tanti fondatori di ordini religiosi, come i
francescani e in particolare in S. Benedetto (oggi la festa!), La regola
benedettina, la cui tela di fondo è data dal’ ‘ora et labora’ (preghiera e
lavoro), è un faro di luce per attualizzare il Vangelo, il rapporto con i
beni terreni, con i fratelli e sorelle nel cammino di servizio del Signore;
tutto in un clima di dono, di carità fraterna, di servizio reciproco nella
gratuità. “In verità io vi dico: voi che mi avete seguito….. siederete
anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele.” Gesù non
parla di un giudizio di merito o di condanna, parla di una visione e di
un’impronta nella storia di Israele, della Chiesa, del mondo che è data
proprio dal seguire Gesù. “Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o
sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento
volte tanto e avrà in eredità la vita eterna”. Anche qui non si tratta di
una paga, non di uno stipendio da fine mese o un commercio. Siamo
nell’economia nuova del dono, non del merito, non della proprietà. A chi
lascia, a chi non si appropria delle cose e delle persone e segue la via
del donare, del condividere, del servire per amore, viene regalato qualcosa
di qualitativamente diverso, cioè un rapporto diverso, una qualità nuova di
rapporto con le cose, con le persone. E’ nella crescita di relazione
fraterna e amichevole con tutti gli umani e con tutte le creature o natura
che si riceve il centuplo e già l’assaggio di vita eterna. L’aveva capito
bene San Francesco, che, seguendo Gesù Povero, ha avuto in dono di chiamare
e vivere una vera fraternità con tutte le creature, fino a sorella morte.