Vangelo 10.09.2021 (Lc 6, 39-42)

Disse loro anche una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco?
Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro;
ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi
la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della
trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: Fratello,
lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non
vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo
occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del
tuo fratello».

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COMMENTO.

Rileggendo e meditando questi pochi versetti mi sono soffermato sulla
‘correzione fraterna’. La parola correzione più sottolineata di fraterna,
mi ha sempre disturbato senza rendermi veramente conto del motivo. Intanto
questi versetti fanno seguito (come visto nei giorni scorsi) alle parole di
Gesù che dice Beati i discepoli perchè hanno accettato di seguirlo, e così
scoprono di essere figli (diventarlo) di un Padre con viscere di Madre e
sono invitati a vivere e amare come Dio ama, Lui che è Padre
misericordioso. A questo punto i discepoli sono avvertiti di un pericolo
grande che possono incorrere: credersi maestri, darsi il ruolo di guide,
sentirsi in dovere di correggere, proprio come fanno i farisei. * “Può
forse un cieco guidare un altro cieco?” * Ecco la cecità: credersi maestri
(uno solo è il vostro Maestro), atteggiarsi a guide infallibili, voler
correggere l’altro. Siamo guide cieche quando, addirittura nel suo nome, ci
mettiamo al posto di Dio, quando ci riteniamo forse non dei veri maestri ma
almeno buone guide alla vita cristiana. Quando si opera con queste
premesse lo sguardo non è più limpido, anzi sfasa completamente la realtà.
Allora Gesù può dire: “*Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del
tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?” *Normalmente
ci capita di vedere una trave nell’occhio del fratello, mentre per noi c’è
solo una pagliuzza. Ecco l’invito: “*Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo
occhio*” Chiaro invito a guardare dentro di me, ad accorgermi di avere una
trave, del bisogno di conversione, che non sono migliore dei miei padri, di
mio fratello, di mia sorella. Ipocriti, è l’accusa più forte da parte di
Gesù, un’accusa per risvegliare i farisei di tutti i tempi, di tutte le
categorie di persone a situarsi con gli altri come ‘fratelli veri’,
compagni di viaggio e non dall’alto di una cattedra come Maestri, come
Guide, come coloro che hanno il compito di correggere, di fare la morale
agli altri. Ipocrita!! Attenti ai moralisti, a chi ha fatto della
Dottrina un dio che giudica, condanna gli altri, a chi si perde nel
pettegolezzo (Francesco di Roma ritorna spesso sulla gravità del
pettegolezzo). Pettegolare è sempre condito da giudizi affrettati e
temerari, non documentati, da superficialità spaventosa. *“Allora ci
vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello”*.
Allora potrai fare la ‘correzione fraterna, ma più che correzione sarà
aiuto fraterno, sarà dialogo fraterno senza pretesa di voler cambiare
l’altro, di correggere. “Sii tu il cambiamento che vorresti vedere nel
mondo (nell’altro)” (Gandhi)