Vangelo 10.08.2021 (Gv 12, 24-26)
“È venuta l’ora che sia glorificato il Figlio dell’uomo. 24 Amen, amen, vi
dico, È venuta l’ora che sia glorificato il Figlio dell’uomo. Se il chicco
di frumento, caduto nella terra, non muore, questo rimane solo. Se invece
muore, porta molto frutto. Chi ama la sua vita, la perde; chi odia la sua
vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. 26 Se uno mi vuole
servire, segua me e dove sono io, lì sarà anche il mio servo. Se uno mi
serve, il Padre lo onorerà.
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COMMENTO.
Gesù risponde al desiderio di persone d’origine greca che vogliono
‘vederlo’, cioè ‘conoscerlo’ secondo il vangelo di Gv. Conoscere Gesù può
passare attraverso il vedere, ma è soprattutto questione di fede (Beati
quelli che non avendo visto hanno creduto -Gv 20,29-). *È venuta l’ora che
sia glorificato il Figlio dell’uomo.* Altre volte Gesù ha parlato
dell’ora. E’ venuta l’ora, l’ora della luce non delle tenebre. Le tenebre
scendono sul Calvario, ma la luce viene dal Crocifisso che, donando la sua
vita, attraversa la morte e dona vita a tutti. Per il mondo questa morte
in Croce è tenebra, è sconfitta totale, è aver perso la vita. Per Gesù,
l’Uomo di Nazareth, di Cafarnao, del Calvario, figlio di Dio è gloria, è
trasmissione di vita, è pienezza di vita in cui tutto si compie e l’umanità
riceve lo Spirito, la vita di Dio. Perché, visto dalla parte di Gesù, -e
non c’è veduta migliore- Dio è Amore, è Dono d’Amore e la punta massima
d’Amore è questo morire ’emettendo’ lo Spirito, donando Vita, effondendo
Soffio d’Amore. Mistero della fede, certo, ma luce per chi vede-conosce
perdendo la propria vita secondo il mondo, e generando vita proprio
perdendola, cioè donandola, servendo con umiltà e gioia. *Se il chicco di
frumento…. muore, porta molto frutto.* La morte fa parte del ciclo della
vita. Siamo dei mortali che vanno verso la Vita piena. La nostra vita
mortale è dono e solo donandola sfocia nell’oceano di Vita. Sono stato a
far visita a una famiglia particolare. Papà e mamma (sui 50 anni), 5
figli naturali, 2 bambini adottati di cui uno cieco e l’altro con forte
disabilità psico-fisica, un prete ridotto immobile in carrozzella-letto
dopo una caduta in montagna, solo la testa ben a posto. In tutto 10!
Vivono in un ex-convento francescano, in zona montana. Ho ‘respirato’ il
Vangelo di oggi . Per il mondo una vita impossibile, uno spreco di
energie, di servizio, a scapito di voler bene a se stessi. Ho visto delle
persone (bambini, giovani e adulti) vive, non dei vivi morti come ce ne
sono tanti e forse come siamo anche noi. La loro vita quotidiana ‘suonata’
sulla tonalità di perdere la vita secondo il mondo, quindi di non mettere
il marchio ‘Io-Ego’ o ‘proprietario-padrone’ ma ‘servizio d’amore’, ‘non
vivo per me stesso, vivo con e per l’altro’. Ho respirato a pieni polmoni
soffio di Vita, Gioia nella fatica, speranza in questo momento di
confusione totale. Mi è risultato un po’ più facile capire quell’ ‘odiare
la propria vita’ che paradossalmente va d’accordo con ‘amare se stessi’.
Ama se stesso veramente chi ha imparato a disappropiarsi di tutto, a non
fare da padrone, a non controllare, a non voler in mano tutto e tutti
(moglie o marito, figli, chiunque altro….). Ancora imparare la gratuità
sempre, il dono umile e gioioso, il mettersi da parte perché altri
crescano…. Grazie famiglia amica, che vivete sul pendio dell’Oreb, il
monte di Dio, che siete seme che muore e già porta frutto, fa fiorire la
Vita. (fratel Tommaso)