Vangelo 09.05.2024 (Gv 16, 16-20)

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più;
un poco ancora e mi vedrete» Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra
loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco
ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che
cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol
dire». Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando
tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi
vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il
mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si
cambierà in gioia».
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COMMENTO.
Frequentando un po’ la Bibbia ( Antico e Nuovo Testamento), possiamo capire
che per ‘poco tempo’ s’intende in generale un tempo di passaggio, ma può
indicare anche tutta la vita terrena, che è appunto tempo di transito, di
deserto, un tempo di prova di tribolazioni, ma di intervento di Dio che
libera, che da vita. “Non comprendiamo quello che vuol dire” Non ci
stupisce questa fatica dei discepoli a capire il mistero della sofferenza
e della croce, del venerdì santo (morte) e del sabato santo (tomba) e
unirli al mattino del terzo giorno (la resurrezione).Anche noi fatichiamo a
capire che stiamo vivendo ‘un poco’ che urla e invita a modificare
profondamente il nostro vivere. Perchè forse l’unica cosa da capire è
questa: proprio in questo poco tempo avviene la salvezza . ‘Sapere di non
sapere, di non poter capire è già una risposta. Cercare di sapere -a tutti
i costi- non è la strada che devo percorrere. ma quella di rinunciarvi per
iniziare la via scoscesa dell’abbandono a lasciarmi cadere liberamente
nell’abisso del non sapere, fiduciosa che al fondo Qualcuno che mi ama mi
raccoglie,,, (Da ‘Come fuscello….’ di Chiara Patrizia). “State
indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco
ancora e mi vedrete”? Si, la scienza, le religioni, la tecnica, la
politica stanno indagando, ma spesso è come se avessero già la risposta in
tasca, senza umiltà, con incertezze ma allo stesso tempo con arroganza. C’è
bisogno di ‘saper di non sapere’, presupposto di imparare qualcosa in
verità. In realtà Dio oggi si rivela in un modo così incredibile, così
estremo, che non puoi crederci e non puoi capirlo immediatamente! E’ il
tempo della pazienza e della speranza, da parte nostra e da parte di Dio.
“Voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella
tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia” Il nostro
piangere non sia perchè non possiamo soddisfare tutti i bisogni, tutti i
‘capricci’ o per non poter fare come prima, come si viveva la religione
prima (che tra l’altro non eravamo contenti neanche prima), ma gemere per
la sofferenza delle violenze di vario tipo, di chi vive la tragedia delle
guerre (fame, feriti, morti…), delle vittime di un’economia che crea
sempre più miseri, di chi è scartato da poteri dittatoriali e anche
religiosi. Condividendo la sofferenza, donaci Signore, la gioia della
Donna che nel partorire soffre ma si trasforma in letizia.