Vangelo 08.07.2023 (Mt9,14-17)

In quel tempo, si accostarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero:
“Perché, mentre noi e i farisei digiuniamo, i tuoi discepoli non
digiunano?”.E Gesù disse loro: “Possono forse gli invitati a nozze essere
in lutto mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni quando lo sposo
sarà loro tolto e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa
grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo squarcia il vestito e si
fa uno strappo peggiore. Né si mette vino nuovo in otri vecchi, altrimenti
si rompono gli otri e il vino si versa e gli otri van perduti. Ma si mette
vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano”.
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COMMENTO.
Siamo appena dopo la chiamata di Matteo e il pranzo a casa con
partecipazione di peccatori, pubblicani… Tutti si sono rallegrati, salvo
scribi, sacerdoti e farisei. “Perché, mentre noi e i farisei digiuniamo, i
tuoi discepoli non digiunano?”. Gesù è venuto per invitare tutti al
banchetto, a mangiare condividendo in clima di convivialità delle
differenze, e i discepoli di Giovanni parlano di digiuno che fanno come i
farisei. I Farisei , gente per bene, brava, attaccata alla Legge, cercano
coerenza con la legge, con il passato, nel presente bisogna digiunare per
rimediare al male fatto. I discepoli di Giovanni, sono più rivolti al
Messia futuro; attendendolo fanno digiuni di conversione. “Possono forse
gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro?” Con la
venuta di Gesù sono giunte le nozze tra l’uomo e Dio, tra cielo e terra. Le
nozze hanno avuto il loro sigillo con la morte di Gesù in Croce, nel corpo
e sangue donati gratuitamente, (preceduta dall’ultima Cena), segno concreto
di Dio che al male del mondo, al mio male, ai miei limiti ne fa il luogo
della Comunione, del Per-dono della gioia. I discepoli di Gesù si rendono
conto di vivere in questa unione di divino e umano, di vivere una pienezza
già ora. Vivere da cristiani è avere un aggancio con il passato, una
speranza nel futuro, vivendo oggi alla presenza di Dio, dello Sposo,
godendo del suo dono e del suo perdono ricevuto e donato in leggerezza di
spirito. ‘Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora
digiuneranno’. Se non accetti ancora il perdono e che la Misericordia di
Dio è più grande del tuo male, del tuo cuore, ecco il tempo del digiuno.
Se non ce la fai a perdonare, se l’orgoglio ti schiavizza e porta morte,
ecco il tempo del digiuno. Ma ricorda. Non assumere aria triste…come gli
ipocriti… profumati la testa e lavati il volto…in un cammino di
liberazione, di gioia. “Né si mette vino nuovo in otri vecchi… Ma si mette
vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano”. Alleanza
nuova, vita nuova, lo stesso Spirito, ma anche nuovo, per cui non vanno
più bene i vecchi otri, le vecchie strutture, la nostra vecchia umanità,
ma l’otre di un nuovo cuore, un cuore di carne forgiato dall’Amore.