Vangelo 07.09.2022 (Lc 6, 20-26)
poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati
voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi
insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del
Figlio dell’uomo. 23 Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco,
la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i
loro padri con i profeti.4 Ma guai a voi, ricchi,perché avete già ricevuto
la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete
fame.Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti
agivano i loro padri con i falsi profeti».
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COMMENTO.
“Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli”. Gesù può alzare gli
occhi verso i discepoli perché è sceso nella pianura del mondo con
l’Incarnazione ed è sceso nella pianura della vita quotidiana di tutti con
la vita a Nazareth, con il suo essere per le strade, povero, passando
dappertutto e avendo compassione di tutti, curando e chiamando a seguirlo;
è sceso innalzato su una croce e morendo per amore, sceso agli inferi per
rialzare tutti nelle braccia del Padre Misericordioso. Dal punto più basso
di condivisione della vita umana Gesù, Signore ma vero fratello e amico,
alza gli occhi verso i discepoli, come fa verso il Padre. E’ Lui l’icona
di quanto dirà, Lui da una situazione di vera fraternità con il più piccolo
degli uomini puo’ proclamare le beatitudini. “Beati voi, poveri, perché
vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame….” Poveri,
affamati… Tutte le beatitudini sono tatuate nel DNA di ogni umano. Ogni
umano, seguendo la coscienza intima, aiutato dalla religione può riuscire
a ’scrivere’ la sua icona. Gandhi aveva detto: “Se guardo alle
beatitudini, il più alto scritto che l’umanità ha prodotto, potrei farmi
cristiano.” Per il Cristiano il vantaggio ma anche la responsabilità di
essere discepolo, di seguire la discesa di Gesù, la discesa dell’Amore.
Scendere con Lui da ogni gloria di successo, di onore mondano, dal
clericalismo, dalla mondanità di potere, di dominio, di controllo….;
.scendere per amore vero con Lui nel servizio umile e tenero verso tutti.
Scendere e piangere con chi piange e per amore essere perseguitato a motivo
di volere la giustizia, di impegnarsi come artigiano di fraternità e pace:
beato! Eco i beati, gli umani davvero in piedi, in cammino con fiducia e
serenità. Uomini e donne vivi, magari peccatori ma puri di cuore,
sofferenti ma gioiosi, misericordiosi. “Ma guai a voi, ricchi, perché avete
già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi…” Perché guai? Perché un
avvertimento così forte, quasi una condanna? Perché l’impronta del ‘mondo’,
del ‘maligno’ è forte. Gesù non ce l’ha con noi, con nessuno, soltanto
dice: che peccato! Non vedi che stai sbagliando obiettivo, stai sbagliando
mira; mi dispiace per te, per voi, che, Ahimé, attenti perché se non aprite
gli occhi e il cuore non sarete mai beati, gioiosi. Grazie Gesù, che,
scendendo anche oggi, alzi gli occhi e spargi beatitudine fra chi raccoglie
rifiuti, fra chi maneggia pentole di cucina, fra chi, mascherato, pulisce
gli anziani. Ed è gioia per tutti.