Vangelo 05.09.2022 (Lc 6, 6-11)
un uomo che aveva la mano destra paralizzata. 7 Gli scribi e i farisei lo
osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di
che accusarlo. 8 Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che
aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si
mise in mezzo. 9 Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato,
è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?».
10 E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli
lo fece e la sua mano fu guarita. 11Ma essi, fuori di sé dalla collera, si
misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.
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COMMENTO.
C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. La mano è simbolo
dell’uomo, della nostra umanità. Oggi più che mai l’umanità è malata,
paralizzata, arida, invischiata in un’economia di distruzione della
natura, di privilegio del denaro a scapito delle persone , fonte di guerre
senza fine… Gli scribi e i farisei, noi spesso come loro, uomini di
religione pretendiamo di fare il bene semplicemente mettendo in pratica le
leggi, ritenendo ‘il sabato’ (cioè legge, culto, riti, precetti,
tradizioni…) più importanti della persona umana, più importanti di Dio
stesso. Gesù non è venuto a eliminare la Legge, i Riti, le Liturgie, ma fa
davvero un salto di qualità: prima l’uomo poi il Sabato, prima l’Uomo, il
bene di tutti, poi il partito o una falsa democrazia a tutti i costi.
‘Alzati e mettiti qui in mezzo!’ E pone al centro un uomo con la mano
paralizzata, cioè con la sua impotenza a fare il bene; lo pone al centro
per guarirlo dal fare il male e poter fare il bene. Quante volte diciamo e
si sente dire: mettiamo la persona umana al centro, non il denaro, non il
proprio interesse, non la scienza, non la filosofia, non la religione.
Proprio nelle religioni, a motivo della religione, quanto sangue, quante
vite distrutte , quanti privilegi per i ‘buoni’, per chi si presenta
benefattore. Gesù mette al centro non colui che ha tante qualità, che è
riuscito, che è ‘super’, ma un uomo senza risultati, impotente di fronte a
certe situazioni sue o di un figlio o nel lavoro. Ribaltiamo la
situazione e mettiamo a centro della politica, della chiesa gli ‘scartati’
della società imperiale di consumo. Mettiamo al centro ciò che scartiamo
della nostra vita, probabilmente troveremo delle novità, aspetti
interessanti di vita, almeno troveremo noi stessi, la nostra vita, la
nostra verità. In giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male,
salvare una vita o sopprimerla? Che strana domanda, perché sempre si è
invitati a fare il bene, e sempre si è chiamati a salvare una vita. Ma la
legge, ma la tradizione, ma….e procuriamo morte invece di vita. “E
guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: Tendi la tua mano!” Dio non è
il Dio della Legge, delle Tradizioni, dei Riti, ma il Dio dell’Uomo, della
Vita. Dio è allora per noi quel UOMO-DIO, Gesù stesso, vero riferimento per
fare il bene e salvare la vita, mettendo al centro i ‘cristi’ della
società che scarta, che distrugge, mettendo al centro con umiltà e
speranza le nostre ferite. Saremo quella mano che non serve più per
afferrare, per stritolare, possedere, dominare, percuotere, ma una mano che
accoglie tutto come dono, che sa accarezzare, lavorare, dare, comunicare,
abbracciare. Abbracciamo oggi il povero che incontriamo, il povero che è
in noi, con tenerezza.