Vangelo 04.10.2024 (Mt 11, 25-30)

In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della
terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai
rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua
benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il
Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui
al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete
stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di
voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro
per la vostra vita. 30 Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero»
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COMMENTO.
“Ti rendo lode, Abba, Signore del cielo e della terra”. Gesù esprime lode
e grazie in un momento per lui critico, di difficoltà, di rifiuto da parte
di tante persone. Così è stato per Francesco d’Assisi per il Cantico delle
creature. E’ quando malato, quasi cieco, non d’accordo con i confratelli
perché cominciano a costruire conventi che prende forma più completa la
lode . ‘Laudato sì mì Signore per frate sole e frate focu, per sora luna e
sora acqua, che di te, altissimu, portano significatione’. Gesù si è
appena lamentato di quelli che non lo riconoscono e si trova come agnello
in mezzo ai lupi e nasce la lode! In Gesù e in Francesco c’è questo nuovo
rapporto con Dio, un rapporto di figli, di bambini amati, abbracciati,
ognuno amato nella sua realtà, così com’è. “Hai nascosto queste cose ai
sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli” Dei dotti, degli
scribi-teologi-filosofi autoreferenziali, degli scienziati autosufficienti
è tipica l’arroganza. Così non si lascia spazio al Mistero e ad altre
scienze, ai valori umani di contatto, di presenza accompagnatrice, e
sovente si arriva a imporre leggi fuori senso in base a dei dati
scientifici ‘certi’ d’una certezza ingannatrice. A loro è nascosto il
segreto della vita: è l’Amore la linfa di Vita, un amore dove legge,
scienza, intelligenza hanno il loro compito, ma secondario. I piccoli,
infanti, senza potere, scartati da società di consumo, da religioni
autoritarie sono aperti ad accogliere l’amore di Dio e degli altri e
imparano ad amare con umiltà. Imparano anche che c’è un piccolo in noi che
è la nostra verità profonda, che è il nostro bisogno di essere voluti bene.
Riconoscere questa nostra verità, è vera sapienza di piccoli. “Venite a
me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, io v i darò riposo”. Anch’io vi
do un giogo, ma da portare con me, non con le leggi, non con imposizione di
numeri, di tasse da pagare, di paradiso da comprare, ma di forza di amare,
d’ aver cura, di per-donare, di pazientare per far spazio all’altro, a
qualcosa di bene che c’è in ognuno, ma ancora non colgo. “Il mio giogo
infatti è dolce e il mio peso leggero». Dolce non è sdolcinato, leggero non
vuol dire senza fatica. Che vigore in s. Charles de Foucauld per essere
mite, dolce con gli arabi, con i Tuaregs, con i militari suoi compagni.
Accettare di essere raggiunti dall’Amore di un Cuore dolce e umile proprio
là nella nostra miseria, nel quotidiano, nelle difficoltà d’ogni genere è
fonte di pace e gioia, di riposo in Gesù. A nostra volta potremo
accogliere altri stanchi e oppressi e offrire riposo.