Vangelo 04.09.2022 (Lc 14, 25-33)

In quel tempo, siccome molta gente andava con lui, Gesù si voltò e disse:
“Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i
fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio
discepolo. Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può
essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede
prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? Per
evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti
coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a
costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. Oppure quale re,
partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può
affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se
no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda un’ambasceria per la pace.
Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio
discepolo”.
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COMMENTO.
“Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i
fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio
discepolo.” Partiamo da questo ‘odia’ suo padre e tutti i parenti. Ci
disturba, ci mette in ricerca per comprendere questa frase all’interno del
messaggio di fondo o centrale, il ‘kerigma’, di tutti i Vangeli (cosa
normalmente da fare sempre). Mettiamolo in bocca a Gesù: Abbiamo un
Padre, Padre di tutti dal cuore di Madre. Il Padre mi ama. Io amo il Padre
e compio la sua volontà, che tutti abbiano vita in abbondanza. Per questo
per voi tutti, miei amici, dono la vita morendo in Croce e sono con voi
sempre. Vi dono un solo comandamento: Amatevi come Io vi ho amato per
essere tutti Uno nel Padre. Allora: Ama, ama tuo fratello, ama i tuoi
familiari, ama i vicini, la parentela genetica e quella ampia che è la
famiglia comune del Cosmo. Quel ‘odia’ ci invita anche a tener conto che
gli Ebrei per dire la priorità di un messaggio (come: ama Dio) spesso
contrappongono situazioni diverse con affermazioni di contrasto, da non
prendersi alla lettera. C’è un Amore, un amore totale, assoluto, Amore a
Dio che fiorisce solo con l’amore al prossimo, agli altri: un solo Amore!
Questa è la nota di fondo, la tonalità centrale nel grande coro
dell’Universo. Gli altri amori (sponsale, genitori e figli, della propria
vita) sono contrappunti bellissimi, ma se giocati, cantati sulla nota di
fondo dell’Unico Amore che comprende Dio e gli altri (il prossimo). Charles
de Foucauld, attraverso una gioventù vissuta alla ricerca di Dio, in
relazioni femminili, nei libri, nell’avventura di esploratore, era
finalmente riuscito a essere qualcuno con la medaglia d’oro dell’Accademia
di Francia. Scoprendo l’amore gratuito di Gesù Fratello e Amico, lascia
tutto e, in un primo momento, si allontana dalla famiglia, da tutto il
vissuto fino ad allora, non odiando, ma decisamente, e vivrà la relazione
con la famiglia e con se stesso, con tutti gli altri nella nuova
dimensione di ‘fraternità universale in Gesù Cristo’. “Chi non porta la
propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo”.
Portare, alzare, accettare la propria croce. La mia croce, qual’è, cos’è?
Accettare che vivere è una fatica, con tante contraddizioni, ostilità,
accettare che spesso mi metto io al centro invece dell’altro, di Dio. Ecco
la mia croce. E se non accetto, tutto diventa un peso insopportabile, tutto
mi schiaccia. Così costruisco una torre senza calcolare la spesa, così vado
in guerra contro il nemico senza calcolare le forze. Signore Gesù,
Fratello e Amico, fa’ che io smetta di puntare ad essere più bravo, dammi
di riconoscere i miei limiti, il mio peccato e sentire che proprio lì mi
raggiungi, proprio lì c’è grazia e misericordia. Solo così posso vivere del
tuo amore gratuito e amare Te appassionatamente, non odiare, ma amare tutto
e tutti con armonia.