Vangelo 01.06.2021 (Gv 12, 13-17)

In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo
in fallo nel discorso.
Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai
soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la
via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo
dobbiamo dare, o no?».
Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi
alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono.
Allora disse loro la risposta precisa su pagare le tasse o no: «Questa
immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù
disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di
Dio, a Dio». E rimasero ammirati di lui. (Gv 12, 13-17)

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COMMENTO.

Quanto inchiostro versato, quante parole al vento su questi pochi versetti,
in particolare sulla risposta ‘*Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare,
e quello che è di Dio, a Dio’. *Vorrei stare dalla parte di Gesù, che
rispondendo non chiude porte, non fissa la verità, ma mette in cammino di
ricerca, di fare o piuttosto essere verità, di essere e diventare
pienamente di Dio. *“Per coglierlo in fallo … È lecito o no pagare il
tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?” *Prima lo lodano e poi gli
fanno domande tranello; un modo di fare che non è secondo Dio, un ‘come’
Dio non farebbe così. Gesù però non condanna e non li caccia, reagisce in
modo non-violento attivo facendoli riflettere sulle loro intenzioni
(‘Perché volete mettermi alla prova?) e li restituisce a loro stessi, a
cercare la risposta in loro stessi uscendo dall’ipocrisia. E li aiuta a
mettersi nel cammino del rispondere non tanto con le parole ma con la vita
alla domanda ‘È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o
no?’ Gesù disse loro: «*Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello
che è di Dio, a Dio»*. (Certi commenti che in definitiva oppongono Dio e
l’uomo, Dio e il mondo, Cielo e Terra, sinceramente mi fanno rabbrividire).
Intanto si tratta di ‘restituire’, non di pagare o dare. Restituire
significa che ho avuto in prestito, non ero e non sono proprietario. Poi
sulla moneta fanno vedere a Gesù l’immagine di Cesare; è roba di Cesare,
del vivere nel mondo sociale e politico che riguarda soprattutto ‘Cesare’.
Di Cesare è la moneta, di Dio sono le persone che se ne servono; di Cesare
sono le leggi, i decreti, che vorrebbero garantire la Giustizia, ma i
cittadini, le persone sono ancora di Dio e l’unico comandamento è: Amatevi
come io vi ho amato, dove la cosa più importante è il COME. E’ il come che
fa sì che diamo a Cesare quello che di Cesare e restituiamo a Dio quello
che è di Dio. Perché Dio è in tutto, cioè è nel Cosmo, in tutti gli esseri
viventi, tutto appartiene a Lui o in Lui …Tutto ritorna a Lui va e
restituito a Lui come dono. Restituire a Cesare e a Dio non sono
necessariamente in opposizione. Spesso lo sono, quando c’è un restituire a
Cesare che è contro Dio. C’è un obbedienza alle leggi dello stato che solo
nella disobbedienza è un restituire a Dio (d. Milani circa la legge che
imponeva il servizio militare …) Faccio il vaccino, non lo faccio? A
volte non è facile cogliere a fondo dove sta il dare a Cesare (lo stato, le
sue leggi, la società, il bene di tutti…) e dove sta il dare a Dio quello
che è di Dio. Qualcuno ha detto: se stai dalla parte dello Stato come
potere, con chi nella vita sociale ha ricchezza e potere, se stai nella
religione perché ha potere e i Pastori hanno potere perfino di salvarti o
condannarti, non puoi restituire a Dio quello che è di Dio. Spirito del
Padre, del Cosmo, dell’Universo donami di vivere e amare ‘come’ il
Fratello, Amico, Servo, Signore Gesù ha amato servito, e donami ‘saggezza’
per cogliere nella mia coscienza dove passa la volontà del Padre e Madre di
tutti. (fratel Tommaso)