Vangelo 01.05.2021 (Gv 14,7-14)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se avete conosciuto me,
conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose
Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi
ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: Mostraci il Padre? Non
credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico,
non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue
opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro,
credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede
in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi
di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio
nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete
qualche cosa nel mio nome, io la farò». (Gv 14,7-14)
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COMMENTO.
Alla domanda di Filippo, apostolo dal nome greco, “Signore, mostraci il
Padre …” Gesù risponde: “*Chi ha visto me, ha visto il Padre”. *Cioè l’uomo
Gesù è la rivelazione piena di Dio, del Padre. Paolo lo esprime così: “E’
in Lui che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità” (Col 2,9).
Vedere in un uomo normale, anche se compie opere (segni) un po’
particolari, il volto di Dio, non è di facile portata. E poi i discepoli,
che lo seguivano forse da più di un anno, ancora aspettavano un Messia, un
Figlio di Dio diverso, un altro Dio. Solo dopo la tragedia del Calvario,
dopo che uno ha tradito, un altro ha rinnegato e tutti, salvo forse uno,
sono fuggiti al momento della Crocifissione e dopo essere stati visitati
dal Risorto, solo allora riescono a ‘riconoscere’ nella fede le profondità
e la sublimità del Mistero: Gesù di Nazareth, umano come noi, è rivelazione
piena di Dio Abba, Padre. Solo allora vedono con occhi nuovi e riescono a
capire che stare con i peccatori, poveri e ricchi, prostitute e pubblicani,
che far sì che i ciechi vedano, gli zoppi camminino non viene da Satana, ma
… Allora, come puoi dire, Filippo, “mostraci il Padre e ci basta?” L’idea
che tu hai di Dio contrasta con quello che io opero. Tu non mi conosci
ancora, o mi conosci superficialmente, come capita spesso tra persone,
anche tra marito e moglie … Prova a lasciar perdere l’immagine che hai di
un Dio onnipotente, che sta solo nell’alto dei cieli, del Messia forte e a
fidarti di me senza pregiudizi e pre-comprensioni. Io vi parlo di mio
Abbà-Papà, che opera solo il Bene nella creazione che continua, nella
Misericordia verso tutti. Che è una cosa sola con me. E la mia Parola è la
Sua, le mie opere sono le Sue … E – cosa meravigliosa! – chi mi accoglie e
ha fiducia in me farà le stesse mie opere, (di creatività, di misericordia,
di perdono, … opere ‘impossibili’ all’umano senza lo Spirito) ed anche più
grandi … *E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il
Padre sia glorificato nel Figlio. *Chiedere nel nome di Gesù il Figlio è
chiedere allo stesso tempo nel nome del Padre. Quel ‘qualunque cosa ‘ è un
modo un po’ strano di dire, ma per l’Evangelista Giovanni ha forse un solo
significato: chiedere lo Spirito Santo. Perché proprio lui, Gesù, uomo
normale, che con il Padre compie opere da Dio, le compie abitato dallo
Spirito. Mistero della fede! Mistero di rivelazione di Dio, dell’umanità,
dell’universo. Chiedere lo Spirito è chiedere di vedere con gli occhi di
Gesù, di saper intravedere la realtà piena solo indicata dall’opera, che è
segno e simbolo. *Nel Tuo nome Gesù ritrovino in noi unità e canto il
cielo e la terra, l’Altissimo e l’infinitamente Piccolo, il giorno e la
notte, le tenebre e la luce, il Cosmo e Dio.* (fratel Tommaso)