Chi Si Licenzia Ha Diritto Alla Naspi E In Quali Casi

La NASpI spetta solo in caso di dimissioni per giusta causa o maternità, mai per dimissioni volontarie: tutela i lavoratori in difficoltà.


Chi si licenzia normalmente non ha diritto alla NASPI, l’indennità di disoccupazione erogata dall’INPS, salvo che non si tratti di specifiche situazioni previste dalla legge. In generale, la NASPI viene concessa a chi perde il lavoro per cause involontarie, come nel caso di licenziamento o cessazione del contratto a termine. Tuttavia, esistono alcune eccezioni in cui il lavoratore che si dimette può accedere alla NASPI, ad esempio in caso di dimissioni per giusta causa o per trasferimento del coniuge lavoratore.

In questo articolo analizzeremo in dettaglio quali sono i casi in cui chi si licenzia può avere diritto alla NASPI, le condizioni da rispettare e la normativa di riferimento. Vedremo inoltre quali documenti servono e come funziona la procedura di richiesta per i dimissionari che intendono accedere all’indennità di disoccupazione.

Chi ha diritto alla NASPI dopo le dimissioni

In linea generale, la NASPI è prevista per i lavoratori che perdono il lavoro per cause non volontarie. Tuttavia, la legge ha introdotto alcune eccezioni in cui il lavoratore che si dimette può comunque accedervi:

  • Dimissioni per giusta causa: quando il lavoratore lascia il lavoro a causa di un comportamento gravemente lesivo da parte del datore di lavoro, come mancato pagamento dello stipendio, mobbing, modifiche sostanziali alle condizioni di lavoro, persecuzioni, ecc. In questi casi la legge riconosce le dimissioni come “non volontarie”.
  • Dimissioni per trasferimento del coniuge o familiare: quando il lavoratore si dimette motivato dal trasferimento del coniuge o di un familiare convivente per motivi lavorativi, e il trasferimento interessa un comune diverso da quello di residenza.
  • Dimissioni durante il periodo di prova: in questo caso il lavoratore può richiedere la NASPI perché la cessazione del rapporto è considerata assimilabile a licenziamento.

Condizioni fondamentali per l’accesso alla NASPI

Anche nei casi in cui le dimissioni danno diritto alla NASPI, bisogna rispettare alcune condizioni:

  • Avere almeno 13 settimane di contribuzione nei 4 anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione.
  • Avere almeno 30 giorni di lavoro effettivo nei 12 mesi precedenti la cessazione del rapporto di lavoro.

Documentazione e modalità di richiesta

Per ottenere la NASPI dopo dimissioni per giusta causa o altri casi previsti, il lavoratore deve:

  • Presentare la domanda all’INPS entro 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro;
  • Fornire prove documentali della giusta causa o del motivo delle dimissioni (ad esempio, comunicazioni, certificati, contratti di trasferimento del coniuge);
  • Attestare lo stato di disoccupazione e l’iscrizione al centro per l’impiego;
  • Essere disponibile a partecipare alle iniziative per il reinserimento lavorativo.

Casi Particolari di Dimissioni: Quando la Naspi È Concessa

Non tutte le dimissioni sono uguali agli occhi della legge e dell’INPS quando si tratta del diritto alla NASpI. Mentre in generale chi si licenzia non può accedere a questa indennità di disoccupazione, esistono eccezioni fondamentali che meritano un’analisi approfondita.

Dimissioni per Giusta Causa: Il Caso Più Comune

Le dimissioni per giusta causa rappresentano la situazione più significativa in cui il lavoratore ha diritto alla NASpI. Ma cosa si intende per giusta causa? Si tratta di quei motivi gravi che rendono impossibile la prosecuzione del rapporto di lavoro, come:

  • Maltrattamenti o molestie sul luogo di lavoro
  • Gravi inadempienze contrattuali da parte del datore di lavoro
  • Modifiche unilaterali delle condizioni contrattuali in peggio
  • Situazioni di rischio per la salute non adeguatamente gestite

Una sentenza della Corte di Cassazione del 2019 ha sottolineato che la valutazione della giusta causa deve essere rigorosa e basata su elementi concreti e documentabili. Ad esempio, un lavoratore che si dimette perché vittima di molestie può chiedere la NASpI presentando una denuncia o altra documentazione comprovante la situazione.

Dimissioni per Motivi Familiari o di Salute

Alcune dimissioni possono essere giustificate da motivi personali particolarmente gravi, come:

  1. Trasferimento del coniuge per motivi lavorativi in altra città o paese
  2. Assistenza a parenti gravemente malati
  3. Problemi di salute personale, certificati da un medico

In questi casi, la NASpI può essere concessa, ma è fondamentale presentare tutta la documentazione necessaria per dimostrare la causa reale delle dimissioni.

Tabella Riassuntiva: Casi in Cui la NASpI è Concessa Dopo Dimissioni

Tipo di DimissioniCondizioni NecessarieDocumentazione RichiestaCommenti
Giusta causaMotivazioni gravi e documentateDenuncia, comunicazioni aziendali, testimonianzeValutazione rigorosa da parte dell’INPS
Motivi familiariNecessità di trasferimento o assistenza familiareCertificati medici, documenti di trasferimentoRichiesta ben supportata ha maggiori probabilità di accoglimento
Motivi di saluteCondizioni sanitarie comprovateCertificati medici ufficialiImportanza di presentare certificazioni dettagliate

Consigli Pratici per Ottenere la NASpI in Caso di Dimissioni

  • Documenta tutto: mantieni traccia scritta di ogni comunicazione con il datore di lavoro e annota accuratamente le motivazioni della tua scelta.
  • Richiedi supporto legale o sindacale per valutare la correttezza della tua situazione.
  • Presenta la domanda tempestivamente e con tutti i documenti necessari per evitare ritardi o rifiuti.
  • Conserva prove come email, certificati medici, o comunicazioni aziendali che possano giustificare le dimissioni.

Ricorda, la NASpI non è un diritto automatico in caso di dimissioni ma può essere concessa in presenza di condizioni ben precise e documentate. Le giuste cause, se ben dimostrate, possono fare la differenza tra un rifiuto e un accesso all’indennità essenziale per affrontare la disoccupazione con maggior serenità.

Domande frequenti

Chi può richiedere la Naspi dopo aver dato le dimissioni?

La Naspi può essere richiesta solo in caso di dimissioni per giusta causa, ossia situazioni gravi che giustificano l’abbandono del lavoro senza preavviso.

Quali sono esempi di giusta causa per dimettersi e ottenere la Naspi?

Molti esempi includono molestie sul lavoro, mancato pagamento dello stipendio o modifiche contrattuali unilaterali che peggiorano le condizioni di lavoro.

Quali sono i requisiti per accedere alla Naspi dopo il licenziamento volontario?

Occorre aver maturato almeno 13 settimane di contributi nei 4 anni precedenti e almeno 30 giorni di lavoro effettivo nei 12 mesi prima della cessazione.

Si può perdere il diritto alla Naspi se ci si dimette senza giusta causa?

Sì, se le dimissioni non sono giustificate da una valida motivazione, il diritto alla Naspi viene normalmente escluso.

SituazioneAccesso alla NaspiRequisiti principaliNote
Licenziamento da parte del datore13 settimane di contributi e 30 giorni di lavoroNon serve giusta causa
Dimissioni con giusta causa13 settimane di contributi e 30 giorni di lavoroÈ necessario dimostrare la giusta causa
Dimissioni senza giusta causaNoNon applicabileNon si ha diritto alla Naspi

Ti invitiamo a lasciare i tuoi commenti qui sotto e a leggere altri articoli sul nostro sito per approfondire il diritto al lavoro e altre tutele per i lavoratori.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto