AFFRATELLATI NELLA STESSA BARCA
In balia delle onde
Pace e gioia, soprattutto in questo momento di ‘barca della terrà sbattuta dal vento di un piccolo virus, nel vasto mare del tempo.
Questo piccolo soffio, questo piccolo ‘nemico’ che non sappiamo esattamente come circola e quando ci raggiunge, agita le acque del Fiume della Vita con malattia, sofferenze, anche morte, oltre ai disastri economici. Ma, come in ogni evento della storia nostra, del pianeta, questo ‘soffio’ imprevisto, invisibile agli occhi, ‘cattivo’, porta miglioramenti ecologici immediati, rallentamenti e cambiamenti salutari nella vita sociale, familiare, religiosa, cosmica
Paradossalmente la spinta più positiva -per chi sa coglierla- di questo piccolo ‘soffio divisore’‘:
affratella tutti, ma proprio tutti
Certo la spinta non basta, c’è da accoglierla, metterla in pratica, cosa che richiede una non paura di dover cambiare noi stessi, le nostre idee fisse, il nostro paradigma di misura del bene e del male:
-Fatti di interdipendenza, di interconnessione, di abbracci fisici, proprio il pericolo di contaminazione, obbligandoci alla distanza fisica, ci affratella
-Nati ‘humus’, ‘terra’ con tutto il valore dell’umiltà di madre terra e della fragilità naturale di ogni cosa, questo piccolissimo virus ci mette tutti in ginocchio davanti alla pretesa di essere prepotenza attraverso la scienza e la tecnica, di essere padroni di tutto.
-Venuti in questo pianeta per camminare, per essere pellegrini dell’Assoluto, della Relazione fraterna, non chiusi nell’individualismo e in ‘proprietà territoriale o di idee, di religione, questo virus ‘viaggiatore incontrollabile’, ci affratella proprio obbligandoci a chiuderci in casa.
Lì, in privazioni, in umiltà e isolamento calmo, la spinta a imparare ‘cammini’ di solitudine aperta agli altri su vie sottili di relazione, non solo con WhatsApp e altro, ma vie di ‘pensiero’ (che non è solo intellettuale), di energia sottile, di preghiera, di intenzioni profonde, in attesa e preparando vie e paradigmi nuovi per un domani non lontano, speriamo, di “tempo quieto” nel mare del tempo.
Preparare paradigmi e vie nuove lo si fa non fuggendo nel futuro, ma vivendo la paura e attraversandola, attraversando l’isolamento anche se costa, attraversando il vivere di beni essenziali non superflui e quindi un rapporto alla natura più rispettoso e meno distruttore, attraversando una lontananza dai parenti e dagli amici, da pratiche religiose, tenendoci alle regole date.
Si, obbedienti alle regole date, ma con saggezza umana.
Vorrei che questo tempo mi aiuti a riscoprire la responsabilità mia per il bene di tutti (mai come oggi si poteva dire: bene universale). Le regole, date per il bene comune, anche se non sono perfette e le migliori e ci obbligano a dei ‘sacrifici’ o privazioni, sono da mettere in pratica,
Vorrei ancora che questo momento del coronavirus mi aiuti a essere ‘saggio’, di ‘buon senso’.
È la saggezza, il buon senso che è chiamato a dire la parola più importante, a ‘governare’ la società, non la fredda regola.
Che la polizia o i carabinieri che trovano 7-8 persone a pregare in Chiesa, a distanza almeno di un metro l’una dall’altra, si sentano di arrestarli e poi saranno processati…Dov’è la ‘saggezza’?
Dov’è il buon senso?
E una terza cosa, un po’ più difficile da cogliere.
Conosco le regole fin qui date per questo tempo particolare e ho sentito del nuovo decreto Cura Italia. Per chi trasgredisce le regole sono previste sanzioni, ‘castighi’, fino alla prigione…Sono convinto che non è aumentando le sanzioni, i processi, i ‘castighi’ che si aiuta la gente a cambiare.
Ci vuole più appello alla responsabilità, ci vuole più testimonianza data con la mia vita, ci vuole più fiducia nel ‘popolo’ che, se ha ‘buoni pastori’, segue con saggezza.
“Tutto non sarà più come prima” e/o “Andrà tutto bene”, si sente dire.
Né uno, né l’altro o meglio: c’è del vero nell’una e nell’altra affermazione. Mettendo ‘tutto’, gli uni e gli altri si fanno ‘padroni’, ‘giudici’ della storia. Basta togliere il ‘tutto’.
Tutto è un assoluto e noi viviamo di ‘relativo’, di ‘parziale’, di ‘figura’ in cammino: ‘Servitori’ cioè ‘Ministri’, non proprietari e padroni.
Nessuno è Padrone, neanche Dio o Spirito o, chiamiamolo come vogliamo, ma non è padrone, è Mistero di Bene che orienta la storia. I cristiani conoscono questo Bene con il nome di Cristo morto e risorto, Signore. Servitore-Ministro della storia, Alfa e Omega
‘Ministri’ nella vita quotidiana con gli altri (ecco, come esempio, i medici, gli infermieri…che mancano anche dei mezzi di protezione purtroppo.) I genitori ‘ministri’ in famiglia e non padri e madri padroni: ‘ministri’ gli insegnati nella scuola e non distaccati divulgatori di scienza (che tra l’altro oggi si apprende anche in internet), ‘ministri’ i politici che ne hanno il nome, ma quanti vivono questo nome seriamente? ‘Ministri’ nella Natura, non solo i Coltivatori, gli Allevatori, ma tutti, tutti, ognuno di noi:
Abbiamo saccheggiato la natura, ci siamo comportati da padroni, da proprietari, sfruttatori del cosmo e la Natura, il Creato, all’interno del quale c’è lo Spirito di Vita, si difende e chiede cambiamento.
Ecco un altro paradigma che questo momento coronavirus ci pone davanti per incominciare a vivere oggi: Servitori, Ministri, non proprietari e padroni, attraversando questo periodo non lamentandoci troppo della mancanza di beni e preparandoci a vivere in sobrietà, con un rapporto alla natura più rispettoso e meno distruttore
‘Dulcis in fundo’. Si, andiamo verso un ‘Dolce’, un Bene di tenerezza che ci avvolge e ci avvolgerà.
Vorrei che questo momento di ‘croce’ mi aiuti a cambiare il cuore.
“Non sarà come prima”. “Andrà bene” se c’è cambiamento di e nei cuori.
Non è questione di cristiani o mussulmani, di religione o no, di credenti o non credenti, è questione di ‘PENSANTI’ o Non-pensanti, umani veri SAPIENTI o non -sapienti
“Spirito, Sorgente, Luce, Fuoco, Energia… donaci un cuore di carne, di tenerezza, di Misericordia, di non giudizio, di per-dono, di ‘ministri’ umili e gioiosi del bene di tutti, del Cosmo”.
Tommaso