Vangelo 22.10.2024 (Lc 12, 35-38)

Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate
simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in
modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il
padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si
stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a
servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li
troverà così beati loro!»
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COMMENTO.
“Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese…” In
tempo liturgico ci avviamo verso la fine dell’anno; ancora qualche domenica
poi l’Avvento, inizio del nuovo anno. I testi del vangelo di questo periodo
riprendono con insistenza il tema del servizio, fondamentale nell’economia
della salvezza o del regno di Dio, dell’essere svegli e pronti al servizio,
al dono di sé. “Siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando
torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa gli aprono subito” …”
Essere pronti ad aprire la porta di casa Sua, che è la casa di tutti. Ecco
allora le vesti strette ai fianchi, il perché del grembiule e delle lampade
accese. Siamo invitati a vivere questo tempo di passaggio da svegli,
vigilanti, tempo di servizio, di dono, da vivi, liberi e gioiosi. Proprio
in questo nostro tempo di buio, di inaudite violenze, di perdita di senso
umanitario, e anche nel tempo della mia vita prima della morte, c’è da
tenere la lampada accesa, lampada della speranza contro ogni speranza,
della fiducia per cui abbiamo compassione dei sofferenti di oggi, seminiamo
il bene con rispetto e delicatezza in tutti i terreni, siamo al servizio
umile e gratuito dei bisognosi di ogni tipo. “Beati quei servi che il
padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; Ecco la rivelazione che Gesù
ha annunciato e vissuto in tutta la sua vita e soprattutto con la morte in
croce. ”in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà
mettere a tavola e passerà a servirli”. Questo è il Dio di Gesù Cristo,
questo Lui ha vissuto. Dio, un Signore che si mette a servire, Dio un
Servitore che crea ritirandosi, che salva e porta vita donando la propria
vita su una croce. È tutto qui. Non tanto noi serviamo Dio, è Dio che serve
noi. Dio è primo anche nel servizio. Beati quei servi che avranno capito
questo. Allora, in qualunque momento della notte dei tempi o inteso anche
come il tempo della vita prima della morte, essi sono al servizio, perché
hanno capito che essere figli-servi non è tanto fare dei servizi,
(volontariato, ecc..) ma è tutta la vita. Con Maria domandiamo di indossare
il grembiule di artigiani di pace e fraternità in un mondo di inimicizie e
di enormi violenze e vedere la nostra morte come l’incontro con lo Sposo,
per cui la nostra viva continuerà in servizio non di schiavi e votati alla
morte ma di fragili innamorati che vanno verso la Vita.