Vangelo 13.09.2024 (Lc 6, 39-45)

In quel tempo, Gesù 39 disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un
cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? 40 Un
discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà
come il suo maestro.41 Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo
fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? 42 Come puoi
dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel
tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio?
Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per
togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello. 43 Non vi è albero
buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che
produca un frutto buono. 44 Ogni albero infatti si riconosce dal suo
frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un
rovo. 45 L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene;
l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca
infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda».
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COMMENTO
“Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un
altro cieco?” Gesù aveva appena detto una frase che sta al cuore del
vangelo: Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso. I
farisei e anche i discepoli di tutti i tempi hanno o abbiamo spesso altre
note di fondo, come la giustizia umana, la Legge, la religione, il denaro,
se non addirittura ‘IO stesso’. Tutte cose relative che seguite come
assoluti, sono idolo che rende ciechi. Capita spesso purtroppo. Lo vediamo
in questo periodo di guerre (almeno una cinquantina di zone di guerra nel
mondo oggi). Ogni guerra nasce dalla cecità causata dal mettere come più
importante di tutto il denaro, la nazione o il proprio ‘blocco di
nazioni’, la religione, di fondo gli interessi economici invece della
persona umana o di ogni altro come fratello. “Non vi è albero buono che
produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un
frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto”. Gli alberi
naturali sono tutti buoni ma ogni albero dà frutti che sono buoni per la
vita dell’uomo o cattivi (velenosi). La guerra è il frutto più tragico di
un sistema ‘cattivo’, un sistema che rende ciechi perché sotto apparenza di
‘crescita economica’, di ‘felicità’, di unione di interessi, genera
diminuzione di fiducia, individualismo sfrenato, una felicità triste, cioè
niente gioia. “L’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la
sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.” Dimmi che tesoro
hai nel cuore, dimmi di che cosa nutri il tuo cuore e ti dirò chi sei.
Dimmi quale Spirito, quale Dio preghi e abita il tuo cuore (Onnipotente,
Dominatore, Giudice terribile o Compassionevole, Servo di Amore,
Misericordioso…); dimmi chi sono io per te, che non ti conosco, di
religione diversa, di cultura diversa, io che forse ti ho fatto del male
magari senza saperlo, dimmi chi sono e ti dirò chi sei, che cuore hai. Io
non ti giudico, non posso e non devo. Saranno i frutti a dirlo. La guerra è
frutto di un albero (sistema) ‘cattivo’, ma anche forse di cuori ‘cattivi’
che non ‘vedono’ ogni altro come fratello, che non ‘credono’ a un Dio di
misericordia. “Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene
per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.” Con un cuore di
bambino versi lacrime per la sofferenza di molti a causa della guerra,
delle violenze di ogni genere e gridi (preghi): Pace, sia Pace? Fai bene,
ma ricordati di eliminare dal tuo cuore ogni violenza, maledizione contro
il malfattore, di togliere dal tuo occhio ogni trave di odio, di vendetta
contro il guerrafondaio. Solo così godrai della beatitudine degli artigiani
di pace. Dio ascolta la preghiera del ‘povero’ che grida (sal 34). Gandhi
ha detto: “Sii tu il cambiamento che vorresti vedere nel mondo, negli
altri”.