Vangelo 06.09.2024 (Lc 5, 33-39)

Allora gli dissero: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno
orazioni; così pure i discepoli dei farisei; invece i tuoi mangiano e
bevono!». Gesù rispose: «Potete far digiunare gli invitati a nozze, mentre
lo sposo è con loro? Verranno però i giorni in cui lo sposo sarà strappato
da loro; allora, in quei giorni, digiuneranno». Diceva loro anche una
parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per attaccarlo a un
vestito vecchio; altrimenti egli strappa il nuovo, e la toppa presa dal
nuovo non si adatta al vecchio. E nessuno mette vino nuovo in otri vecchi;
altrimenti il vino nuovo spacca gli otri, si versa fuori e gli otri vanno
perduti. Il vino nuovo bisogna metterlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve
il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: Il vecchio è buono!».
|||
COMMENTO.
SPOSO è la più bella definizione di Dio Amore. Si riesce a intuire che si
tratta di un amore personale tra Dio e Uomo, che la stessa relazione che
c’è tra uomo e donna è immagine della relazione in Dio, tra Dio e
l’universo, tra Gesù e la Chiesa. Sono tutte relazioni di dono di sé, di
fedeltà, di tenerezza, di alterità, di affidabilità, di reciprocità, con
tutto ciò che c’è di bello e anche di faticoso in tali rapporti. “Potete
far digiunare gli invitati a nozze, mentre lo sposo è con loro?” i
discepoli di Giovanni Battista e i seguaci dei farisei digiunano seguendo
la legge e a volte anche di più per avere meriti. Ma non siamo più in quel
regime, in quella religione, in quel rapporto con un Dio da imbonire, da
meritarsi. Il cristiano, colui che ha incontrato il Cristo e continua a
cercarlo e lasciarsi cercare da Lui, non digiuna (anche quando digiuna
davvero per un rapporto più vivo con Gesù e con i fratelli, ma non per
legge, non per dieta) perché già sperimenta (anche se non ancora in
pienezza) la vita, e per questo fa Eucaristia con gli altri, con tutti.
Nell’Eucaristia della vita i cristiani mangiano e bevono cioè tutto
ricevono come dono, ed in ogni cosa ricevono lo Spirito di Dio e il suo
Amore. Di questo vino nuovo vivono. Per questo è richiesto un cambiamento
di mentalità: è la gioia il termometro di vita veramente umana e cristiana;
una gioia che viene dall’incontro con lo Sposo che è Dio, una gioia che è
anche nelle tribolazioni, nelle sofferenze, nel generare vita passando
anche attraverso la morte. Negli Atti degli Apostoli è detto che gli
apostoli erano gioiosi per essere stati battuti a sangue per il nome di
Gesù Cristo. “Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per attaccarlo
a un vestito vecchio”. La nostra tentazione è di mettere delle toppe su
tradizioni, precetti, abitudini (si è sempre fatto così) …Cerchiamo le
perfezioni, il tutto a posto, tutto in ordine, e non abbiamo gioia. Se
manca la gioia significa che manca l’amore, significa che Dio non è da
quella parte, perché Dio è dalla parte dell’Amore. Il vino nuovo bisogna
metterlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il
nuovo, perché dice: Il vecchio è buono! Mi pare che si può tradurre così:
Non temete la novità, è cosa buona e bella quello che viene (Lc 5, 33-39);
fate bene (cioè con amore):il bene perché è bene e basta, il risultato
affidatelo a Dio. Gli otri cambiano, l’amore rimane!