Vangelo 08.07.2024 (Mt 9, 18-26)

In quel tempo, mentre Gesù parlava, giunse uno dei capi che gli si prostrò
innanzi e gli disse: “Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la
tua mano sopra di lei ed essa vivrà”. Alzatosi, Gesù lo seguiva con i suoi
discepoli. Ed ecco una donna, che soffriva d’emorragia da dodici anni, gli
si accostò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Pensava infatti:
“Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita”. Gesù,
voltatosi, la vide e disse: “Coraggio, figliola, la tua fede ti ha
guarita”. E in quell’istante la donna guarì. Arrivato poi Gesù nella casa
del capo e veduti i flautisti e la gente in agitazione, disse: “Ritiratevi,
perché la fanciulla non è morta, ma dorme”. Quelli si misero a deriderlo.
Ma dopo che fu cacciata via la gente egli entrò, le prese la mano e la
fanciulla si alzò. E se ne sparse la fama in tutta quella regione.
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COMMENTO.
“ Mentre Gesù parlava”. Ancora a tavola in un banchetto nuziale parlando di
digiuno si affaccia la nota dolente della malattia, della morte “Giunse
uno dei capi che gli si prostrò innanzi e gli disse: “Mia figlia è morta
proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano sopra di lei ed essa vivrà” Una
vera adorazione quella del capo. Qui la figlia di 12 anni (Mc), poi la
donna con perdite di sangue da 12 anni, sono loro al centro del racconto
in riferimento a Gesù. L’incontro con Gesù, un incontro affettivo,
concreto, significativo porta vita, risana. Con la morte della figlia a
quel ‘uno dei capi’ si è spento il futuro, e l’andare da Gesù gli riaccende
la speranza. “ Alzatosi, Gesù lo seguiva con i suoi discepoli” . Il verbo
‘alzarsi’ è lo stesso verbo della resurrezione. E’ il Risorto, il Signore
Gesù che segue il padre della morta fino al luogo della morte, mentre
normalmente siamo noi a seguire Gesù. Ma così è nella nostra vita. E’ Lui
che ‘si alza’ (risuscita) , risveglia la sua compassione proprio di fronte
alla nostra miseria, alle nostre morti. “Veduti i flautisti e la gente in
agitazione, disse: “Ritiratevi, perché la fanciulla non è morta, ma dorme”.
Tanto strepito, tanto chiasso e parole vuote! Quando sono andato a rendere
omaggio all’amico Claudio nella bara ancora aperta, sono stato colpito dal
silenzio sereno della moglie, dei figli e della figlia, di altri parenti e
amici, come una musica, andante con calma, in un misterioso cammino senza
fine. Silenzio, è un sonno profondo, dal quale saremo risvegliati, come Lui
e in Lui nel Dio dei Vivi. “ Ed ecco una donna, che soffriva di emorragia
da dodici anni, gli si accostò alle spalle e toccò il lembo del suo
mantello”. Perdita di sangue, perdita della vita, perdita di senso della
vita. Allora anche qui l’incontro tangibile, visibile con Gesù, da dietro
come una silenziosa adorazione, e solo il lembo del mantello, cioè la sua
umanità nella quale si nasconde e allo stesso tempo si rivela la sua
divinità. Toccare l’umanità di Gesù, toccare concretamente i poveri, le
sue ferite storiche e quelle nel Creato, toccare Lui in croce con tremore e
fiducia, toccarlo nella Parola, nei sacramenti. “Coraggio, figliola, la tua
fede ti ha guarita”. Alla donna, al centurione, a tutti è detto che la
salvezza, la vita piena è in mano di Dio, del Misericordioso, ma
accoglierla, aprire la porta sta a noi, è in mano nostra. Tu bussi sempre
, Signore della Vita, dei vivi; donami di aprirTi sempre la porta
soprattutto nei momenti di malattia, di non senso, di morte. Ed è già vita!