Vangelo 06.07.2024 (Mt 9,14-17)
e i farisei facciamo digiuno, i tuoi discepoli invece non lo fanno? Gesù
rispose: – Vi pare possibile che gli invitati a un banchetto di nozze se ne
stiano tristi mentre lo sposo è con loro? Ma verrà il tempo in cui lo sposo
gli sarà portato via, e allora faranno digiuno. Nessuno mette un pezzo di
stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa
dal vestito e lo strappo diventa peggiore. 17 Né si versa vino nuovo in
otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri
vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli
altri si conservano”.
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COMMENTO.
“Perché noi e i farisei facciamo digiuno, i tuoi discepoli invece non lo
fanno?” Questo vangelo chiama in causa tre categorie di persone: i
discepoli di Giovanni , i farisei e i discepoli di Gesù. Due o tre modi
di porsi davanti al digiuno. I Farisei , gente per bene, brava, attaccata
alla Legge cercano coerenza con la legge, con il passato, nel presente
c’è da digiunare. I discepoli di Giovanni, cercano coerenza con il Messia
futuro, attendendolo, nel presente si digiuna. «Possono forse gli
invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Il regno di
Dio o la visione dell’Alleanza tra Dio e l’Universo come banchetto di
nozze è visione nuova nella realizzazione in Gesù,ma non del tutto nuova,
perché anche nell’A. T. se ne parla. Dio come Sposo e quell’Uomo o Figlio
dell’Uomo che sarà tolto, crocifisso e risorge Signore e fratello di
tutti, proprio Lui è lo Sposo I discepoli di allora e di oggi sono i figli
delle nozze, sono quelli che partecipano alla festa nuziale. La sua
presenza è una presenza reale, cioè lo Sposo è con noi, quindi non c’è
digiuno, c’è già festa, la vita come banchetto di amore, di relazione
d’amicizia. Ma è con noi in ‘figura’, in ‘immagine’ di un Oltre (Gesù
risorto, cosmico) di Vita che non conosciamo ma respiriamo in speranza; e
qui ci sta il digiuno (anche di cibo, ma di parole vuote, di
preoccupazioni, di giudizi dati…) in attesa del Suo ritorno, di incontro
pieno con lo Sposo. “Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito
vecchio…” Se si è a nozze l’abito ha importanza. Ora mettere una pezza di
panno nuovo su un vestito vecchio avrà come conseguenza che il vecchio si
strappa di più e tu rimani alla fine nudo. Tentare di mettere un panno di
Amore per coprire l’egoismo, la superbia, il dominio, di aggiustare con un
po’ di Vangelo le mie tendenze legalistiche, moralistiche, non sa di nuovo.
Cioè alla fine è un non sei né caldo né freddo, sei da vomitare (Ap 3).
Capire e vivere dell’amore e della misericordia di Dio e questo è l’abito
nuovo, il mio cambiamento radicale, che mi fa partecipe del banchetto
nuziale, più di qualsiasi legge o rito. ‘La vita cristiana è vita oggi, con
un aggancio nel passato, una speranza nel futuro, vissuta alla presenza di
Dio, dello Sposo, nel godimento pieno del suo dono e del suo perdono che
ricevi e doni con gioia (S. Fausti). “Né si versa vino nuovo in otri
vecchi, altrimenti si spaccano gli otri…. Ma si versa vino nuovo in otri
nuovi” Il vino è simbolo, significa lo Spirito, l’Amore che inebria e fa
danzare…Si, vieni Spirito, spirito di amore nuziale, di amore tra Dio e
l’uomo che fa il mondo, il cielo e la terra nuova. Vieni Spirito nuovo e
rompi gli otri vecchi, le strutture vecchie, la mia e nostra vecchia
umanità. In questo momento di cambiamento epocale. Facci persone libere,
libere di amare, libere di cantare, libere di donare e servire danzando
come Te.