Vangelo 10.06.2024 (Mt 5, 1- 12b)
sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola,
li ammaestrava dicendo: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il
regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i
miti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che hanno fame e sete
della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché
troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati
gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i
perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei
cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo,
diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed
esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti
hanno perseguitato i profeti prima di voi.
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COMMENTO.
“Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si
avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava
dicendo: “Beati i poveri in spirito…” Sulla montagna (luogo della
rivelazione di Dio) Gesù propone ai discepoli ma per tutta la folla,
un’icona o immagine dell’Uomo, della storia dell’universo, del sogno di
Dio: Beati, Beati voi! Parole sorprendenti, parole, diceva Gandhi, le più
alte del pensiero umano. Non si può restare indifferenti davanti a un
‘manifesto’ del mistero del Cosmo, dell’uomo, di Dio. Il Gesù che sale
sulla montagna e proclama le beatitudini è l’uomo di Nazareth, povero e
che passa avendo cura, risanando, amico di tutti, morirà crocifisso sul
Calvario dai poteri civili, religiosi e militari, risorgerà Signore della
storia e dell’Universo. In Lui le beatitudini risuonano bene, realizzate.
“Beati i poveri in spirito, Beati gli afflitti, Beati i misericordiosi,
gli artigiani di pace, i perseguitati…..”Alcune beatitudini sono al
presente, altre al futuro. Presente e futuro sono i tempi della Storia
dell’Universo, che in Dio (che era, che è e che viene) sono unificati.
Siamo tutto e tutti sempre in cammino, dimenticarlo è morire prima della
morte corporale; siamo provvisori ora, qui, siamo nel limite, dimenticarlo
è non vivere da vivi, da pellegrini beati. “Rallegratevi ed esultate…”
Come rallegrarsi nel dolore, nella persecuzione, nella povertà…? Proprio
le beatitudini mi dicono che in Gesù siamo tutti figli, di Dio e lo siamo
in cammino di figli e fratelli che respirano la Misericordia del Padre e
di essa vivono e fanno vivere tutti e tutto. Allora: ‘Beati’, ‘In piedi’,
in cammino (Beati) voi poveri, voi che piangete, voi artigiani di pace….il
Padre cammina con voi, fascia le ferite vostre proprio mentre voi fasciate
le ferite dei fratelli, vi dà la sua pace mentre operate come artigiani di
pace. In piedi, in cammino anche davanti a sorella morte, il nostro grande
limite, perché proprio accogliendo e oltrepassando il limite respirate già
ora la Vita. Ci può aiutare a comprendere e vivere le beatitudini il
Poverello d’Assisi con il suo cantico delle creature, lui che ha respirato
beatitudine anche nella sorella morte: Laudato sì mi’ Signore, cum tucte
le tue creature….Laudato sì mi’ Signore per sora nostra morte
corporale…’ E, seguendo Gesù , con grande fiducia nel Padre, nel Bene
-Signore che orienta e dirige tutte le creature, Francesco sa anche dire:
Qui è beatitudine, qui è perfetta letizia, proprio quando bussando alla
porta dei fratelli, gli viene detto: No, non c’è posto, non ti conosciamo.