Vangelo 07.06.2024 (Gv 19, 31-37)

Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero
sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato
-, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati
via. 32 Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro
che erano stati crocifissi insieme con lui. 33 Venuti però da Gesù, vedendo
che era già morto, non gli spezzarono le gambe, 34 ma uno dei soldati con
una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. 35 Chi ha
visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice
il vero, perché anche voi crediate. 36 Questo infatti avvenne perché si
compisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. E un altro passo
della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno
trafitto.
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COMMENTO.
“Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero
sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne”.Sul finire
del giorno della Parasceve, cioè giorno di preparazione (venerdì) per la
grande festa di Pasqua (sabato) i tre crocifissi devono essere tolti dalla
croce. perché ha più valore la legge del sabato delle persone. “Venuti però
da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, 34 ma uno
dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e
acqua.” . Appena morto ( in Gv è l’unica volta che si parla di Gesù morto)
è colpito al fianco dalla parte del cuore, ne esce sangue e acqua. Il
cuore è la sede delle cose più importanti nell’essere umano, la sede del
‘Pensiero completo’, del ‘Desiderio-Volere ‘ di Amare. Invece di spezzare
le gambe con il significato di fine di un cammino, c’è il colpo di lancia
del soldato, che apre un nuovo cammino di Vita. Trafitto dai poteri
civile religioso e miliare (l’ultimo colpo è del soldato), questo momento
del morire di Gesù è in realtà una scena di nuova nascita, Sorgente d’Amore
(sangue)di Vita (acqua). E’ dalla ferita, che non è solo della lancia , ma
dell’Amore del Padre-Madre nel fianco di Gesù Cristo che nasce un popolo
nuovo, una nuova umanità, tutti noi. Gesù ha portato su di sé tutto
l’odio del mondo e ha risposto con un dono totale d’amore. Nel momento
della morte toglie il pungiglione della morte, il principe delle tenebre e
attira tutti a lui. Sempre in Gv 7 Gesù aveva detto: Chi ha sete venga a
me; dal suo intimo scaturiranno fiumi di acqua viva. E un altro passo della
Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.
La vigilia del sabato di Pasqua, le gambe non spezzate ma il colpo di
lancia con l’uscita di sangue (la Vita tutta del Signore) e acqua (emette
lo Spirito con l’ultimo Soffio, acqua viva dello Spirito), ci fanno capire
che qui è il momento culmine del mistero di Dio e dell’umanità, del cosmo.
Meditando anche solo qualche momento su questo testo, possiamo vedere nella
morte di Gesù la realizzazione della pasqua già anticipata nella Cena, e
anche la Nuova Creazione, in più la prima pentecoste con ‘Effusione dello
spirito. Sono invitati anche io, in particolare nella festa del Sacro
Cuore, a alzare lo sguardo, invitato a fermarmi e nel silenzio della
testa, delle idee, delle teologie e filosofie, di tradizioni inquietanti,
nel silenzio di troppi sensi di colpa, e con cuore umile intravedere il
Mistero di fede, Mistero d’Amore. Mistero di Luce che illumina il mondo.
‘Guardate a Lui e sarete raggianti’ (salmo 33). Innamorato di Gesù di
Nazareth, Charles de Foucauld aveva una devozione particolare per il S.
Cuore. Come ‘logo’ suo e per i suoi ‘discepoli’. Ha scelto un cuore
sormontato da una croce. In una meditazione del 1905 fa parlare Gesù: «Il
riassunto di tutta la religione è il mio Cuore: il mio Cuore la cui vista
vi ricorda l’amore che Dio ha per voi, e l’amore che voi dovete rendere a
Dio….vuole che voi eternamente stiate con lui stesso, siate trasformati
in lui e in qualche modo deificati: è questo amore di Dio per voi, infinito
per il bene infinito che vi vuole, che vi ricorda dapprima il mio Cuore”.