Vangelo 26.05.2024 (Mt 28,16-20)

Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù
aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però
dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere
in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli,
battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo,
insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono
con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
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COMMENTO.
“Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù
aveva loro indicato.” Invitati a ritornare in Galilea, là dove sono nati
cresciuti, là dove è iniziato il cammino al seguito di Gesù, i discepoli,
ridotti ora 11,sono simbolo della Chiesa, santa e imperfetta, a cui è
affidata la missione di continuare l’opera Sua.‘. Invitati a salire sul
monte, fanno esperienza dell’incontro con Dio, il Dio di Gesù che sul
monte annuncia le beatitudini, sul monte si trasfigura, sul monte risorge,
sul monte affida loro l’impegno di ‘battezzare’ tutti nel nome di un Dio
Padre, Figlio e Spirito santo, cioè immergere tutti nella relazione
d’Amore che è Dio stesso. “Essi però dubitarono”. Un dubbio, come
tutti dovremmo avere, nel senso di credere con fiducia, ma allo stesso
tempo con umiltà. Dubitare! Ricordo che, già prete, preparandomi ai voti
come Piccolo fratello dissi al allora Responsabile generale:sono contento
di impegnarmi, ma mi rimane un dubbio: ce la farò per una vita così
impegnativa, così diversa da quanto vissuto fino ad ora? Gesù non si
spaventa dei nostri dubbi, anzi ci viene incontro e ci fa capire che
l’iniziativa è sua, che la chiamata e la missione è sua. Dubitare con
umiltà ci fa rimanere in cammino, sempre in ricerca, in particolare di un
amore più grande, più universale verso tutti. Dubitare con umiltà ci fa
fratelli di tutti, di chi crede e di chi non crede. “Andate dunque e fate
discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e
dello Spirito Santo.” Sono inviati così come sono, mentre ancora dubitano,
fragili, portando il tesoro della missione in vasi di creta, spezzabili con
un niente. E magari saranno proprio i cocci del vaso a fare dei discepoli,
a battezzare, immergere le genti nel mare della Misericordia, della
relazione fraterna, dell’amicizia. La vita di s. Charles de Foucauld ci
aiuta a capire la missione di cui parla questo finale del Vangelo di
Matteo, a cui siamo chiamati. Con il suo desiderio di sentire ogni essere
umano come fratello, con la sua aspirazione a farsi amico degli arabi, dei
Twareg, di tutti, egli ha come immerso tanti(battezzato) ed è stato
immerso (battezzato lui stesso) nel profumo di relazione fraterna, di
amicizia alla maniera di Gesù , di vita trinitaria. I frutti sono
arrivati soprattutto dopo la sua morte violenta. Ed ecco, io sono con voi
tutti i giorni, fino alla fine del mondo. Gesù, chiamato alla nascita
Emmanuele=Dio con noi, da Risorto continua ad essere Dio con noi, sempre.
Con l’Ascensione è asceso ma anche disceso nelle profondità di ogni
vivente, nel più intimo di ognuno di noi e di ogni creatura.. Ed è Spirito
trinitario, cioè di figliolanza, di bella fraternità senza limiti, di
amicizia che unisce senza confondere, di creatività anche nel per-dono
ri-ricreatore, donatore di Relazione vitale e gioiosa. Nel nome del Padre,
del Figlio e dello Spirito Santo. Amen