Vangelo 25.05.2024 (Mc 10, 13-16)

Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li
rimproverarono. 14 Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro:
«Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come
loro infatti appartiene il regno di Dio. 15In verità io vi dico: chi non
accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso».
16 E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di
loro.
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COMMENTO.
“Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li
rimproverarono”. C’è chi dei bambini ha paura, paura di toccarli, paura di
sorridere a loro, perché potrebbero spaventarsi e piangere. E loro,
nell’innocenza, avvertono i sentimenti dell’adulto, allora si spaventano
davvero. Se sono infastidito da dei bambini che giocano, scherzano, non
stanno zitti, significa che ancora non sono ritornato come un bambino. Se
poi invece mi approprio delle cose e delle persone, magari, sentendomi non
amato, elemosinando o comprando l’affetto, l’amicizia degli altri,
significa che sono un adulto infantile. mentre l’adulto-bambino è un uomo
riuscito nel regno di Dio, dell’amore. “Lasciate che i bambini vengano a
me…a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio”. Esistere è
essere in relazione, essere accolti, amati. Ogni bambino è cosa fragile, ha
di tutto bisogno e vive solo se amato, accudito, protetto. Regno di Dio,
regno di Gesù Uomo-Dio è regno di amore, di dono, di cura, di gratuita
protezione. Tutto ciò che abbiamo lo riceviamo dal Padre di tutti. Siamo
figli, bambini di Dio. Solo se accettiamo di essere figli diventeremo
genitori, capaci di generare vera vita. “In verità io vi dico: chi non
accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino…non entrerà”. Un
bambino spontaneamente si lascia amare, si lascia nutrire, proteggere, ha
fiducia, si abbandona. Da adulti ci tocca, direbbe Matteo, ritornare come
bambini, cioè accogliere il bambino che è in me, accettare la mia fragilità
e lasciarmi amare, credere che proprio nel mio bisogno d’essere amato
sono raggiunto dall’Amore. Si tratta allora di smetterla di farmi da solo,
di essere io al centro, autosufficiente perché questo uccide la relazione
con l’altro, mentre proprio l’ affetto, l’amicizia, l’amore dell’altro mi
fanno vivere. Basta con ‘Io’…’Io voglio…’Io’ faccio…’Io’
risolvo…Mi diceva mia nonna: ‘Io voglio’ non esiste neanche nel giardino
del Re. E d’altra parte, non vado a elemosinare o comprare l’amore in
mille modi che fanno solo male. Scoprirò invece che accogliere i bambini,
i piccoli, i nullatenenti e insignificanti nella società è la mia salvezza;
perché sono loro la porta del regno di Dio. Intanto con cuore di bambino
oso dire: “Padre mio, mi abbandono a Te…fa di me ciò che ti piace….”