Vangelo 21.05.2024 (Mc 9, 30-37)
sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio
dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma,
una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste
parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in
casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi
tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più
grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il
primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino,
lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno
solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non
accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
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COMMENTO.
“Attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse.
Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo
viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta
ucciso, dopo tre giorni risorgerà”. Era in cammino, sarà sempre in cammino.
Gesù, figlio dell’Uomo, è l’Uomo che cammina, che attraversa la Galilea del
mondo. E l’annuncio è ancora e sempre il medesimo: i figli dell’uomo
vengono consegnati nelle mani degli uomini e li uccidono…e dopo tre
giorni risorgeranno. Strage di bambini innocenti (almeno 15 mila solo in
Gaza!), centinaia di miglia di civili in guerre tribali e religiose in
Africa, in Asia, oltre a le più conosciute tra Russia e Ucraina, Israele e
Hamas, tutti consegnati da uno stupido orgoglio, da interessi economici,
dal desiderio di vendetta come via di liberazione e di pace (strana e
demoniaca idea!)….risorgeranno dopo 3 giorni, cioè risorgeranno davvero?
Gesù sembra dirci anche oggi, come ai discepoli allora: Non parlate di me
per ora come Cristo, Messia; non avete ancora le idee chiare, anzi non
comprendete niente o forse intuite bene e avete paura di dover cambiare;
voi mi state accompagnando ma non seguendo. E questo è il nostro dramma o
di tanti che si dicono umani e cristiani: paura di diminuire, di donare la
vita in servizio d’amore fino a morire per gli altri che sono tutti
fratelli; paura di ritornare bambini. Anzi c’è una crescita del ‘Se’,
dell’individualismo spaventoso. “Per la strada infatti avevano discusso tra
loro chi fosse più grande”. Generalmente ci scandalizziamo di questa fame
di potere, di questo desiderio innato e forte di comando degli apostoli.
Fermiamoci: ne siamo poi così lontani noi stessi? Nella vita ordinaria in
famiglia, nel lavoro, nella società e nella Chiesa, soprattutto fra chi ha
titoli (eccellenza, eminenza) quanti cercano il primo posto vicino a Gesù
servo per amore o invece essere più grandi dell’altro nel comandare, nel
potere, nel controllare? “Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di
tutti e il servitore di tutti”, Semplice, chiaro a dirlo e ascoltarlo con
le orecchie; impegnativo ma vivificante mettendo in pratica. Charles de
Foucauld, innamorato di Gesù di Nazareth ha cercato sempre l’ultimo posto
nel silenzio, nel nascondimento, nell’allontanamento dai familiari, tra
l’altro nobili di famiglia. Poi, piano piano ha capito che per essere
ultimo di tutti con Gesù, lui che ha preso già l’ultimo posto, non sta
tanto nell’allontanarsi dal prossimo, bensì di essere vicini, essere al
servizio di tutti, a cominciare dai piccoli, da chi non ce la fa a vivere
dignitosamente…”Preso un bambino, lo pose in mezzo a loro”. Un bambino,
cioè un senza voce se non quella di una presenza che richiede attenzione,
tenerezza; un senza alcun potere messo al centro e abbracciato nella
famiglia, nella scuola, nella società, nella chiesa,. Proviamo a pensare
quante cose cambierebbero. Non spaventiamoci se ci troviamo vicini agli
apostoli che domandano chi è tra loro il più grande. Allo stesso tempo con
umiltà e perseveranza, con gioia pratichiamo l’accoglienza verso tutti,
cominciando dai ‘bambini- ragazzi”, che possono essere i feriti lungo la
strada, gli immigrati, le donne della tratta o semplicemente il vicino di
casa che ce l’ha con me. Accogliere e abbracciare sono le coordinate
fondamentali di una umanità, in cammino di Figli dell’Uomo, figli di Dio.
Dio è accoglienza, Dio è abbraccio, Dio è come un bambino, è ogni bambino,
va accudito, preso in braccio, abbracciato teneramente.