Vangelo 18.05.2024 (Gv 21, 15-19)

Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di
Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai
che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16 Gli disse di
nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli
rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse:
«Pascola le mie pecore». 17 Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio
di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza
volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci
tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore.
18In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da
solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e
un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». 19 Questo disse per
indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo,
aggiunse: «Seguimi».
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COMMENTO.
“Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di
Giovanni, mi ami più di costoro?”. Il pasto è terminato, momento di
condivisione, di crescita nella fraternità e amicizia (‘Vi chiamo amici
non servi’) Gesù prende l’occasione di accertarsi che Pietro Lo ama. E’ il
problema della prima chiesa che aveva nell’apostolo Giovanni un indirizzo
più basato sull’Amore, nei confronti della chiesa più istituzionale
riferentesi a Pietro come primo responsabile (papa) della famiglia di
Dio, del popolo di Dio. Ed è un tema che attraversa tutta la storia: Chiesa
dell’istituzione o Chiesa dell’amore? Tutte e due, ma fondamentale è
l’Amore.- “Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli
disse: «Pasci i miei agnelli». E così per tre volte con la variante della
terza, dove Pietro, rattristato per essere interrogato per ben tre volte
risponde: “Signore, tu conosci tutto, tu sai che ti voglio bene” . Così
dicendo la terza volta, come tre volte aveva rinnegato, avverte che proprio
il suo rinnegamento lo apre a una storia nuova, a una profondità di
relazione con Gesù che prima non conosceva. Scoperta del mistero della sua
debolezza come ‘luogo privilegiato d’incontro d’amore con il Signore, con
il Dio di misericordia. In Simon Pietro risuona anche quel ‘mi ami ‘più’ di
costoro?’, che non è in competizione con gli altri, ma con se stesso. E’
un di più che fa crescere nell’Amore vero, in realtà un ‘diminuire’ con
serenità, mettendo da parte egoismo, orgoglio, fino a donare tutto, a
morire per gli amici. Con questo brano di Vangelo la Chiesa dell’Amore
(Giovanni) accetta Pietro come Pastore, (Papa), che presiede alla carità,
che può amare di più perché ha capito che è stato molto perdonato. Molti
preti, molti religiosi, intenti alla ‘perfezione’ morale, di regole, di
diventare ‘più santi,’ non comprendono questo paradosso: ama di più chi
più è stato perdonato. E penso invece a Papa Francesco che continua a
chiedere: pregate per me. Con lui si capisce un po’ di più che La Chiesa è
un’istituzione che ha l’amore come fondamento, altrimenti è solo una ONG
neanche troppo ben organizzata.